Al via il collocamento di circa il 40% di Poste Italiane. Una grande privatizzazione, dopo quelle di Fincantieri, Cdp Reti, Tag e dopo la cessione del 5,74% di Enel. Un'operazione che, senza chiusure anticipate o proroghe del collocamento stesso, dovrebbe portare le azioni di Poste agli scambi in Piazza Affari il prossimo 27 ottobre. E che, tenuto conto della valorizzazione del capitale sociale e della conseguente 'forchetta' di valore dei titoli (6-7,5 euro), dovrebbe valere dai 2,7 ai 3,7 miliardi.
Della quota di azioni che andrà sul mercato il 70% e' riservato agli investitori istituzionali. Il restante 30% e' per il mercato retail (per i lotti sono previste tre diverse opzioni: il lotto minimo da 500 azioni, un intermedio da 2mila azioni, un maggiorato da 5mila azioni), compresa una tranche di 14,9 milioni di azioni che saranno riservate ai dipendenti (ad ognuno saranno garantiti due lotti da 50 azioni l'uno, e per l'acquisto potranno richiedere l'utilizzo del Tfr). Poste premierà la "fedelta'" di chi acquistera' azioni al collocamento e le terra' in portafoglio per almeno un anno: e' prevista infatti una bonus share del 5% (con l'assegnazione di una azione gratuita ogni venti) che salira' al 10% (una azione gratuita ogni 10) per le azioni dei lotti riservati ai dipendenti. Ad incentivare ulteriormente gli investitori concorre la politica dei dividendi fissata dal Cda del gruppo guidato dall'a.d. Francesco Caio: il consiglio di amministrazione ha deciso che proporrà all'assemblea degli azionisti, alla chiusura degli esercizi 2015 e 2016, "la distribuzione di una percentuale non inferiore all'80% dell'utile netto consolidato di periodo di pertinenza del gruppo'. Il collocamento, salvo proroghe o chiusure anticipate, si chiuderà il 22 ottobre (il giorno prima per la tranche riservata ai dipendenti). Dopo quella di Poste Italiane, nei piani del Governo, nel programma di privatizzazioni dovrebbero decollare quelle dell'Enav e di Stmicroelectronics Holding. Sono state inoltre avviate le attività preliminari per la cessione a Cdp del 12,5% detenuto dall'Economia del Fondo Italiano di Investimento. E da mesi è allo studio il dossier Ferrovie dello Stato, mentre sono in fase di definizione le operazioni relative alle partecipate Fs Grandi Stazioni e Cento Stazioni. Un programma che dovrebbe portare nelle casse dello Stato circa lo 0,4% del Pil quest'anno e lo 0,5% nei prossimi 3 anni.