Entrata nel governo come membro tecnico ha sempre rivendicato il suo curriculum da imprenditrice in questi due anni di ministero attraversati da vertenze, come quella di Whirlpool, e da leggi, in primis il ddl concorrenza. Federica Guidi, titolare dello Sviluppo economico, dimissionaria dopo il caso innescato da un'intercettazione, inizia in salita la sua avventura nell'esecutivo Renzi. Da subito, infatti, partono gli attacchi per conflitto d'interesse, vicenda poi archiviata dall'Antitrust, che ha negato ogni incompatibilità . Classe 1969, modenese, madre di un bambino di quattro anni, figlia d'arte. Il padre è Guidalberto Guidi, proprietario della Ducati Energia, per un decennio vicepresidente di Confindustria. Una realtà quella di viale dell'Astronomia che renderà noto il volto della Guidi, alla guida dei giovani industriali dal 2008 al 2011. Poi a febbraio del 2014 giura come ministra dello Sviluppo economico nel Governo Renzi, lasciando tutti gli incarichi nelle società di famiglia (tra cui la vice-presidenza nella Ducati Energia di Bologna).
"Una bellissima sfida", sono state le sue prime parole nella veste governativa. "Il premier non mi ha chiesto alcuna esperienza politica. Sono al governo solo come imprenditrice, privato cittadino e per la mia storia professionale". E a via Veneto, dove ha sede il dicastero dello Sviluppo Economico, l'esperienza aziendale deve essere tornata utile in tutti i tavoli di crisi. Uno dei negoziati più intensi è stato quello per Whirlpool, che si è concluso con un accordo nel luglio del 2015. Un'intesa in cui sono stati scongiurati licenziamenti e chiusure. Tanti anche gli incontri sull'Ilva, per cui la ministra non ha escluso l'ipotesi di una cordata italiana. Lo Sviluppo economico è stato anche in prima linea nel rilancio dei rapporti tra Italia e Iran. Porta poi la sua firma il ddl concorrenza, ora all'esame del Senato. Un provvedimento che secondo Guidi ha "scosso" uno status quo, indicendo su diversi settori. Due anni di esecutivo, definiti "di splendido lavoro" nella lettera di dimissioni indirizzata al premier, passati tenendo i riflettori a una certa distanza, almeno fino ad oggi. Guidi era stata corteggiata dalla politica anche prima di entrare nell'attuale governo. Il suo nome era ricorso più volte, da indiscrezioni, come persona che Silvio Berlusconi voleva al suo fianco. Lei però smentì ogni ipotesi di ingresso in politica. Ci ripensò, con un ruolo da ministro tecnico, dopo essere chiamata a formare l'esecutivo Renzi.