Avanti con il Qe fino a marzo, secondo quanto già programmato, ma anche oltre se necessario. Mario Draghi conferma così il tabellino di marcia nella conferenza stampa al termine del board dell'Eurotower che ha lasciato i tassi invariati. Quanto alle prospettive economiche, il presidente dell'Eurotower ha sottolineato che ci sono ancora rischi per l'Eurozona.Â
Il tasso principale, dunque, rimane fermo al minimo storico dello 0,00%, quello sui depositi bancari a -0,40% e quello di rifinanziamento marginale a 0,25%. Francoforte conferma, inoltre, a 80 miliardi di dollari il piano di acquisti mensili di titoli e prevede che i tassi di interesse resteranno al livello attuale o più basso per un periodo prolungato, anche oltre l'orizzonte del piano di quantitative easing che, al momento, è atteso concludersi a marzo 2017.Â
 "Rimaniamo impegnati a difendere un livello molto alto di politica monetaria accomodante", dice Draghi e precisa che al consiglio direttivo di oggi non è stata discussa un'estensione del quantitative easing oltre la scadenza attuale, fissato a marzo 2017. A dicembre il consiglio prenderà in esame il lavoro dei comitati interni che stanno analizzando il Qe e le possibilità future.
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 Nell'opinione del consiglio della Bce, ha aggiunto ancora, "i tassi negativi non minacciano il meccanismo di trasmissione della politica monetaria. I tassi negativi funzionano". I tassi attuali, ha spiegato il presidente della banca centrale europea, hanno generato un'inflazione aggiuntiva di 1,4 punti percentuali e una crescita aggiuntiva di 1,3 punti percentuali.
Le prospettive economiche dell'Eurozona, ha detto Draghi, "sono soggette a rischi al ribasso e i dati suggeriscono una crescita del terzo trimestre simile a quella del secondo".
 Il presidente dell'Eurotower è anche intervenuto sul 'bail in'.  Le regole europee sulla partecipazione di creditori e azionisti ai salvataggi bancari, ha rilevato, sono abbastanza flessibili per fronteggiare diversi scenari.
Non bisogna dare troppo peso al calo della domanda di prestiti in Italia e Spagna, secondo Draghi, spiegando che gli ultimi dati, che vanno in quella direzione, vengono "dopo una lunga sequenza di dati positivi" e che la Bce piuttosto ai singoli paesi "guarda al dato aggregato".
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