La Cgil alza il sipario sul XVIII Congresso nazionale in programma a Bari la prossima settimana, da oggi a venerdì 25 gennaio, che chiude l'era Camusso alla guida del sindacato di corso d'Italia e apre ufficialmente la sfida al vertice tra Maurizio Landini e Vincenzo Colla. Per la prima volta si va alla conta per scegliere il nuovo segretario generale. Uno scenario inedito per il sindacato.
"Abbiamo bisogno di un sindacato confederale davvero unitario. È una scelta obbligata, l'unica che potrebbe fare la differenza". Lo dice il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nella relazione che apre il congresso di Bari, dove sono presenti i segretari generali di Cisl e Uil, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. "L'unica scelta - sottolinea - che guarda ad un orizzonte nuovo e non ci riporta al parallelismo, alle componenti di partito, ma che salvaguarda e rafforza l'autonomia".
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La sfida si gioca sul filo di lana: entrambi emiliani, con una lunga esperienza sindacale alle spalle e con le radici comuni nella Fiom, partono sulla carta da una sostanziale parità .
Nella giornata di apertura in platea sono attesi, oltre ai leader degli altri sindacati e delle imprese, a partire da Annamaria Furlan (Cisl), Carmelo Barbagallo (Uil) e Vincenzo Boccia (Confindustria), anche esponenti politici di vari partiti, a partire dal Pd con i candidati alla segreteria Maurizio Martina e Nicola Zingaretti.
La partita per il dopo-Camusso resta da giocare. Nello scacchiere interno gli schieramenti delle categorie sono pressoché equivalenti: con Colla ci sono lo Spi (il sindacato dei pensionati che conta 2,7 milioni di tesserati, quasi la metà degli oltre 5,5 milioni di iscritti alla Cgil, ed esprime il 25% dei delegati al congresso), la Fillea (edili), Filctem (chimici-tessili), Filt (trasporti) e Slc (telecomunicazioni).
Al fianco di Landini, invece, i metalmeccanici della Fiom che ha guidato per sette anni, la Filcams (la categoria del commercio e servizi che conta il maggior numero di iscritti tra gli attivi, oltre mezzo milione), Fp (pubblico impiego), Flai (agroalimentare), Flc (scuola), Fisac (credito) e Nidil (atipici). Entrambi sostengono il documento congressuale 'Il lavoro è', che ha raccolto il 98% dei consensi.
Mai negli ultimi decenni della storia sindacale era successo di arrivare al congresso con una sfida a due così aperta: in Cgil si ricorda l'elezione di Sergio Cofferati, quando a poche ore dal voto l'altro candidato in corsa, Alfiero Grandi, si ritirò. Era il 1994. Erano i tempi di Bruno Trentin che, per la sua successione, decise di designare una commissione di saggi per consultare i membri del direttivo, che all'epoca eleggeva il segretario generale, e portare un solo nome al voto. Una soluzione, questa della consultazione dei saggi, proposta e sostenuta anche oggi in particolare dallo Spi.
Dopo Cofferati, il testimone passò a Guglielmo Epifani e poi a Susanna Camusso. La prima donna segretario generale nella storia della Cgil, che lascia dopo due mandati (il limite massimo per statuto). E si prepara ad un passaggio di consegne che non potrà che segnare una nuova fase. Ora la parola passa al congresso di Bari e all'assemblea generale (circa 300 i componenti) che verrà eletta dagli 868 delegati, a cui spetta il compito di eleggere il nuovo segretario generale. Scegliendo tra l'ex leader della Fiom, proposto dalla stessa Camusso alla sua successione ad ottobre scorso con il sostegno della maggioranza della segreteria confederale, e l'ex leader della Cgil Emilia Romagna, subentrato con la propria disponibilità a candidarsi al direttivo prima di Natale. L'elezione arriverà nel pomeriggio di giovedì 24. Con il nome che la spunterà nel testa a testa. A meno di sorprese dell'ultima ora.
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