Lufthansa fa un passo avanti e mette sul piatto un "investimento importante" per la nuova Alitalia, ma non lo quantifica e vincola la propria apertura a determinate condizioni, tra cui "significativi" tagli ai costi e alla flotta. Lo fa con una lettera inviata nei giorni scorsi alle Ferrovie dello Stato e al Ministero dello sviluppo economico, in cui allarga i contorni del proprio possibile coinvolgimento oltre la mera partnership commerciale. Ma quando mancano tre settimane alla scadenza del 21 novembre per l'offerta vincolante, il nodo è capire se Lufthansa intenda davvero entrare nell'equity della newco. Ed è proprio per avere chiarimenti che in questi giorni la cordata acquirente volerà a Francoforte per incontrare il gruppo tedesco.
La lettera di Lufthansa, firmata dal direttore commerciale Harry Hohmeister, apre alla possibilità , in aggiunta alle discussioni sulla partnership commerciale, di prevedere in futuro un "potenziale investimento" e chiarisce che prenderebbe in considerazione un "importante investimento" nella nuova Alitalia. Ma nella missiva non si fa alcun riferimento all'equity né si indicano cifre specifiche. Inoltre questa disponibilità viene vincolata a precise "precondizioni": una riduzione "significativa" del costo degli aerei e degli equipaggi; un dimensionamento della flotta e del network; un aumento della produttività ; un accordo preventivo di riduzione dei costi con i sindacati prima di firmare qualsiasi impegno; implementazione di una struttura di governance; l'iniezione di capitale nella nuova azienda senza il pagamento di obbligazioni supplementari.
Lufthansa spiega quindi che insieme ad Atlantia diventeranno soci di maggioranza e assicura di poter raggiungere nei prossimi due anni il break even e un Ebit margin dell'8%. Di fatto, in questo modo, Lufthansa torna a chiedere un'Alitalia ristrutturata prima di autorizzare un impegno economico. Riportando l'orologio della trattativa a due anni fa, quando il gruppo tedesco chiedeva tagli significativi prima di un accordo per acquistarla prevedendo 6 mila esuberi. A fronte dei 2.500 del piano fatto con Delta. Ecco perché il punto dirimente ora è fare chiarezza sull'ingresso del Gruppo tedesco nell'equity della newco: a questo serviranno gli incontri di questi giorni a Francoforte, cui potrebbero partecipare anche i commissari straordinari che da un paio di settimane giocano un ruolo "diretto" nella trattativa.
La mossa di Lufthansa rischia inoltre di far indispettire Delta, che si è impegnata a iniettare 100 milioni (che potrebbero anche aumentare di qualche decina) e con la quale anche in questi giorni si è continuato a dialogare. Un eventuale ingresso di Lufthansa nell'equity (le indiscrezioni indicano una cifra tra 150 e 200 milioni) spariglierebbe le carte quando mancano poche settimane alla scadenza per l'offerta vincolante, con il rischio che aprire una nuova trattativa porti ad una nuova (l'ottava) proroga dei tempi. A quel punto potrebbero non bastare i 400 milioni di prestito ponte appena concessi dal Governo per dare ossigeno per altri 6 mesi.