A partire dalla seduta del 18 marzo, la Consob ha introdotto un divieto alle posizioni nette corte (vendite allo scoperto e altre operazioni ribassiste) dopo aver ricevuto parere positivo dall'Esma. Il divieto, per la prima volta, si applica a tutte le azioni negoziate sul mercato regolamentato italiano e durerà tre mesi. Oltre a vietare le vendite allo scoperto e altre posizioni ribassiste su tutto il listino per tre mesi la Consob ha deciso di introdurre, sempre da domani e per lo stesso periodo di tempo, un regime di trasparenza rafforzata sulle partecipazioni detenute dagli investitori nelle 48 società italiane quotate in Borsa a più alta capitalizzazione e ad azionariato diffuso. La nuova soglia è fissata al superamento delle quali scatta l'obbligo di comunicare la partecipazione è pari all'1% (dal 3%) per le società grandi e al 3% (dal 5%) per le Pmi.
Piazza Affari è riuscita a mettere a segno un piccolo rimbalzo, senza però azzerare il 6% perso nella vigilia. L'indice Ftse Mib ha guadagnato il 2,23% a 15.314 punti, recuperando 7,8 miliardi, ossia meno della metà degli oltre 18 persi nella seduta precedente. Brillanti gli scambi per 4 miliardi di euro, 0,6 in meno di ieri e 1,3 in meno di due giorni fa. L'esplosione del telelavoro nelle aziende e il rialzo delle quotazioni del greggio hanno oscurato il balzo dello spread, che ha chiuso a 278 punti dai 262 della chiusura di ieri, dopo aver toccato un massimo di seduta a 285,8 punti base. A fine giornata il rendimento del Btp a 10 anni è del 2,35%
Maglia rosa tra le grandi è stata Tim (+11,27%), mentre in tutto il listino ha brillato Molmed (+80,89%), che ha chiuso sotto ai 51 centesimi per azione offerti da Agc (Mitsubishi), che ha lanciato un'opa amichevole. Sugli scudi Eni (+5,76%) e Saipem (+4,31%), insieme a Terna (+7,81%) e Pirelli (+5,17%). Tra le banche, dopo l'asta da 109 miliardi della Bce, hanno corso Banco Bpm (+6,89%), Ubi (+4,81%), Unicredit (+3,96%) e Intesa (+3,46%). Sotto pressione Fca (-4,24%), che ha chiuso le fabbriche europee per due settimane.
Chiusura brillante per le principali borse europee. La migliore è stata Madrid (+5,97%% a 6.471 punti), seguita da Parigi (+2,84% a 3.991 punti), Londra (+2,79% a 5.294 punti) e Francoforte (+2% a 8.917 punti).
E' il settore delle telecomunicazioni quello favorito in Borsa nel rimbalzo dei listini europei. Un rally sulla scia di Wall Street all'indomani di un vero e proprio crollo per l'avanzata del coronavirus in tutti i continenti. Grazie al massiccio ricorso al telelavoro da parte delle aziende in Europa, l'indice di settore ha guadagnato oltre il 10% con rialzi a due cifre per la belga Proximus (+20,99%, la francese Iliad (+19,28%), la spagnola Telefonica (+17,8%) e l'olandese Koninklijke (+15,8%). In Piazza Affari gli acquisti si sono concentrati su Tim (+11,27% a 0,32 euro), che non è comunque riuscita a riportarsi sui livelli di due giorni fa, quando valeva 0,335 euro.
Wall Street in volata. Il Dow Jones sale del 5,70% a 21.343,97 punti, il Nasdaq avanza del 7,12% a 7.398,53 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un rialzo del 6,88% a 2.550,37 punti. A spingere è la Fed e il piano di stimoli all'economia a cui sta lavorando l'amministrazione Trump: un piano da 850 miliardi di dollari che include l'invio diretto di assegni agli americani. Illustrando il piano Steven Mnuchin ha anche rassicurato: i mercati resteranno aperti, anche se non si può escludere una riduzione delle ore di trading.
L'economia si riprenderà rapidamente: lo ha detto Donald Trump in un briefing alla Casa Bianca della task force Usa contro il coronavirus.
La Fed in campo a sostegno delle imprese. La banca centrale riapre la commercial paper funding facility, usata già in passato per rispondere alle difficoltà delle società nel raccogliere fondi sul mercato dei commercial paper. Il Tesoro americano fornirà alla Fed 10 miliardi di dollari come garanzia. La nuova facility resterà aperta fino al marzo 2021 e consente alla Fed di intervenire sul mercato dei prestiti a breve delle imprese.
La Fed ha varato un altro programma volto ad aiutare le imprese e le famiglie alle prese con l'emergenza coronavirus. Il meccanismo finanziario attivato prevede fondi fino a 90 giorni alle principali istituzioni finanziari per facilitare la disponibilità di credito all'economia reale.
Le banche europee hanno attinto 109 miliardi di euro nella prima asta Ltro, le operazioni di rifinanziamento a lungo termine aggiuntive varate la scorsa settimana dalla Bce, nell'ambito delle misure dispiegate per fronteggiare l'emergenza coronavirus, "allo scopo di fornire immediata liquidità a supporto del sistema finanziario dell'area euro". I prestiti Ltro sono una misura ponte varata dalla Bce per assicurare liquidità alle banche in attesa che a giugno scattino i nuovi prestiti Tltro III.
La Casa Bianca sta valutando un paino da 1.000 miliardi di dollari a sostegno dell'economia alla prese con il coronavirus. Lo riporta la Cnn citando alcune fonti, secondo le quali la stima iniziale di 850 miliardi di dollari è stata rivista ora al rialzo.
Il petrolio chiude in calo a New York, dove le quotazioni perdono il 6% a 26,95 dollari al barile, ai minimi degli ultimi 4 anni.