"Tutte le volte che si dice a una
persona in condizioni di povertà che da domani potrebbe perdere
l'Adi perché bisogna ricontrollare tutto, magari chi è protetto
da reti sociali del territorio riesce a mantenerlo, ma gli altri
ci rinunciano". Così al Fatto Quotidiano Antonio Russo,
portavoce dell'Alleanza contro la povertà.
"Sicuramente questi due provvedimenti, l'Assegno di
inclusione e il Supporto formazione lavoro, non funzionano -
afferma - C'è sempre da considerare la vulgata per cui le
persone che prendono sostegni al reddito sarebbero poveri per
colpa. Io non escludo che una certa politica in qualche modo,
ritenendo che si è poveri per colpa, pensi quindi che ci sono
margini per poter diminuire la platea di beneficiari".
Sulle due misure "servirebbe un monitoraggio continuo
nazionale: noi oggi non sappiamo quante domande ci sono, quante
in giacenza, le ragioni per cui le domande vengono respinte.
L'ho ricordato alla viceministra nel nostro incontro di luglio:
dovremmo già avere l'istituzione di un Osservatorio sulla
povertà, previsto dalle norme, ma in questo il governo ci ha
rassicurati. Poi servirebbe un monitoraggio locale. Abbiamo
servizi sociali deboli, soprattutto in alcune parti del Paese
molto fragili, anche per mancanza di personale. Stessa cosa per
i Centri per l'impiego. Prendiamo i dati di giugno delle domande
accolte per Sfl - conclude - sono una manciata e questi numeri
davvero lasciano un po' perplessi. Che cosa ha prodotto Sfl per
le 96 mila persone alle quali è stata accolta la domanda? Una
occupazione effettiva? Se la misura è "lavorista", ma non si
comunicano i dati, come facciamo a sapere quanta occupazione ha
creato?".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA