Simona Ventura deve difendersi dall'accusa di aver evaso il Fisco per quattro anni per un totale di alcune centinaia di migliaia di euro. L'indagine sulla conduttrice tv è rimasta nell'ombra fino ad oggi, quando con la prima udienza al Palazzo di Giustizia di Milano si è scoperto che è in corso un processo a suo carico, già passato per un rinvio a giudizio in udienza preliminare. Un dibattimento, appena iniziato, e nel quale gli avvocati del popolare volto tv puntano a dimostrare che non si è trattato "in alcun modo di evasione, ma di una scelta fiscale operata dai professionisti che l'Agenzia delle Entrate non ha ritenuto efficace".
In sostanza, secondo l'inchiesta della Gdf e del pm di Milano Silvia Bonardi, tra il 2012 e il 2015 la conduttrice avrebbe fatto confluire parte dei suoi ricavi e addebitato parte dei suoi costi ad una società, la Ventidue srl, quando, invece, avrebbe dovuto computare tutto, sia le entrate che le uscite, nella sua dichiarazione dei redditi come persona fisica. Da qui l'accusa di "dichiarazione infedele dei redditi". In particolare, al centro dell'indagine, nella quale viene contestata un'evasione di imposte su quattro annualità per qualche centinaio di migliaia di euro, ci sono i compensi relativi ad alcuni contratti, siglati soprattutto con emittenti televisive, sullo sfruttamento dei diritti di immagine per la sua attività professionale. Si tratta di contratti cosiddetti 'sdoppiati', molto comuni nel settore soprattutto fino a qualche anno fa, con una porzione dei compensi pagata direttamente agli artisti e un'altra parte a società a loro riconducibili. Contratti che negli ultimi anni hanno spesso fatto finire nei guai col Fisco numerosi vip e non solo l'ex conduttrice di noti programmi, da 'Quelli che il calcio' fino all''Isola dei famosi' e al Festival di Sanremo. "Simona Ventura - hanno chiarito i suoi difensori, gli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa - nulla ha a che fare con questa scelta fiscale operata dai professionisti, ha da subito aderito all'avviso dell'Agenzia delle Entrate e sta pagando il debito tributario, essendo comunque lei la titolare dei diritti e dei doveri tributari".
Per la difesa, tra l'altro, a lei non può essere contestata l'evasione fiscale, perché da parte sua non c'è stato alcun dolo, alcuna volontà di non pagare le tasse dovute e la conduttrice, in pratica, ha soltanto utilizzato uno schema fiscale predisposto dai professionisti. Al massimo, dunque, potrebbe configurarsi un'elusione fiscale, non punibile penalmente. Già più di dieci anni fa, nel 2008, tra l'altro, era uscita la notizia di un accertamento delle Fiamme Gialle nei suoi confronti, di cui poi, però, non si è saputo più nulla. Oggi, intanto, nella prima udienza del processo, davanti al giudice Sandro Saba della seconda sezione penale del Tribunale milanese, è stato ascoltato come testimone un investigatore della Gdf e il dibattimento proseguirà a gennaio.