Torna a splendere, a dieci anni dal terremoto, il patrimonio di chiese e palazzi storici dell'Aquila. Ai restauri degli anni scorsi - dalla Fontana delle 99 Cannelle, terminata già nel 2010, alla Basilica di Collemaggio, nel 2017 - si aggiungono le riaperture attese nel 2019: le Chiese di San Silvestro, di San Pietro, di Santa Maria del Soccorso, la Chiesa Teatro di San Filippo, Palazzo Ardinghelli. In mezzo, facendo un rapido excursus, ci sono state le riaperture del Palazzetto dei Nobili, della Chiesa di San Bernardino, l'apertura del Museo MUNDA, la ricostruzione della Chiesa di San Pietro apostolo a Onna, la riaccensione della Fontana luminosa, l'inaugurazione delle Anime Sante.
Molto dunque è stato fatto - oltre 25 i monumenti restaurati in questi 10 anni, 1,3 mld di contributi erogati - e molto resta da fare, in particolare il Duomo dell'Aquila e la Chiesa Santa Maria Paganica, ricordano il segretario regionale dei Beni culturali, Stefano D'Amico, e la soprintendente per il cratere, Alessandra Vittorini, nel tracciare un bilancio del lavoro portato avanti nonostante una "grave carenza di personale".
I restauri riguardano non solo le Chiese ma anche il patrimonio privato di pregio artistico e architettonico che vede circa 700 edifici vincolati: 476 all'Aquila e nelle 60 frazioni e 200 nei 56 borghi del cosiddetto cratere sismico.
Tra i cantieri in fase finale nel centro del capoluogo c'è quello della Chiesa di San Silvestro, che con il terremoto aveva subito danni significativi, oggi consolidata e migliorata sismicamente. Durante la ristrutturazione, rimuovendo gli intonaci, sono stati rinvenuti affreschi sulle pareti laterali della chiesa e nel locale sacrestia sono stati scoperti dipinti duecenteschi, particolare che fa ipotizzare che un primo impianto dell'edificio religioso fosse in questa zona. All'interno della Chiesa sono stati recuperati anche gli affreschi della Cappella della famiglia Branconio: qui verrà ricollocata la copia della pala d'altare della Visitazione di Raffaello. L'originale si trova invece al Prado perché fu trafugato nel Seicento dagli spagnoli. Il segretariato regionale del MIBAC ha inviato una richiesta al ministro Alberto Bonisoli affinché avvii una strada diplomatica per riavere l'opera.
"E' assolutamente possibile - spiega all'ANSA l'architetto del Mibac Augusto Ciciotti, direttore dei lavori - conciliare bellezza, arte e sicurezza sismica. La ricerca scientifica è avanzata e le esperienze dei terremoti del passato hanno consentito di mettere a punto metodologie compatibili riproponendo in molte situazioni in chiave moderna tecniche tradizionali antiche. Per questo L'Aquila oggi è sicuramente una città più sicura di prima".
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