Un paese di tecnici del calcio, si diceva una volta ma ora, aggiornati i tempi, siamo soprattutto un paese di chef, aspiranti tali, o male che vada di intenditori persino se non si è mai cucinato più di un uovo al tegamino. Il CIBO è ormai una nuova religione e anche la nostra ossessione: fotografato mentre lo si cucina o mentre lo si mangia al fast food, nel tinello di casa o al ristorante stellato, ostentato ovunque in libreria per interi scaffali con titoli classici come l'antico Artusi o improbabili come il Dizionario dei Mieli Nomadi, glorificato dagli ascolti tv dove ha invaso ogni ora del palinsesto, esaltato in un continuo crossover con l'arte. Il cibo si è conquistato una centralità sociale come mai in epoche recenti ed è l'unico settore, l'enogastronomico, a non conoscere crisi ed anzi ad essere spesso trainante anche del turismo.
Ci possiamo definire ormai anche noi un popolo Foodporn visto che armati di smartphone ne inquadriamo fattezze da spedire agli amici di Whatsapp pure se stiamo per addentare un banalissimo cheesburger, figuriamoci se pensiamo di aver creato la nuova ricetta di zuppa con fotogenica zucca, è chiaro: corriamo a postarla su Instagram. Flickr, la più grande comunità fotografica del web, ha un gruppo interamente dedicato al food porn, con quasi 40 mila membri e 600 mila immagini caricate. Si va dalle foto di costolette di maiale posate sulla brace incandescente ai pancakes irrorati di sciroppo d’acero, dalla pizza home made alla torta di mele. Le gallery fotografiche sul cibo su Pinterest generano il 50% in più di re-pins.
Lo Street Food, che poi sarebbe il cibo di strada come salsicce e patate fritte cucinate alla buona in un probabilmente poco igienico camper a bordo di uno stadio, è diventato ormai persino soggetto di guide alla ricerca del miglior panino ca' mesua, tanto è di moda.
Il cibo green è il trend del momento: dal km 0 che attira nei sempre più numerosi farmers market cittadini più che all'iper all'orto sul balcone che con l'imprimatur di Michelle Obama è ormai un must have di ogni abitazione con terrazzo e se sei figo lo realizzi verticale anzichè con i vasetti di coccio uno vicino all'altro come nei borghi antichi.
I blogger di cucina spadroneggiano, temutissimi da ogni ristorante come qualche anno fa lo erano i critici, in borghese, delle guide dell'Espresso o come oggi accade agli aspiranti recensori di Tripadvisor. E gli chef stellati sono delle star e i bambini sognano di fare quel mestiere come un tempo sognavano di pilotare aerei. La triade Cracco-Bastianich-Barbieri su tutti, con l'aggiunta di Alessandro Borghese e Lidia Bastianchic nella versione junior (con Barbieri terzo giudice) spopola in tv. Il cibo occupa il palinsesto con decine di programmi dal longevo La prova del cuoco a Cucine da incubo su Real Time. E s'incrocia con l'arte: una nuova sfida per gli chef, raccolta da Heinz Beck e Antonello Colonna ad esempio e da colleghi israeliani per piatti opere d'arte immortalati del food photographer israeliano Dan Lev per Colorfood.
In libreria ancora di più: ormai interi scaffali sono invasi da libri di enogastronomia, centinaia. Titoli con piatti fotoschoppati in copertina che sono una delizia per gli occhi innanzitutto. Si trova di tutto: dagli specializzati (sulla pasta madre molto trendy o sul cake designer con guru varie, come Eleonora Giuffrida autrice per Giunti della serie top seller Miss Cake) o più tradizionali sulle ricette tradizionali italiane (Mondadori e Rizzoli ne sfornano è il caso di dirlo ogni mese), libri sugli hamburger da gourmet, sul comfort foodie (i cibi per coccolarsi, l'uovo sbattuto della nonna o il purè, da Gribaudo). Le Guide del Gambero Rosso ormai per ogni cosa, dal salame alla birra.
Siamo ormai una gastrosociety, di cittadini gourmet, spettatori accaniti che tifano sulla cottura a puntino di un filetto, di chef nemmeno troppo dilettanti.