I media li chiamano 'orchi'. Per le loro vittime spesso hanno l’appellativo di 'amici'. Ma i pedofili in Italia ora hanno il nuovo volto degli affaristi, osservato con attenzione anche dalle mafie. Dietro si nascondono vere e proprie strategie economiche, che celano una holding messa in piedi grazie al sistema darknet, il web sommerso. E' la Pedo-Connection, il nuovo marchio criminale made in Italy, che esporta ed importa pedopornografia e non scambia o vende più solo file, ma esseri umani. Bambini di cui abusare. E grazie ai quali fare affari, un terreno molto fertile – secondo investigatori e criminologi - per il business della 'ndrangheta .
In Italia, negli ultimi mesi, questo tipo di reato è aumentato fino a raddoppiare le cifre: sono già 200 le denunce di abusi rilevati attraverso la rete nei primi 6 mesi di quest’anno, a fronte delle 344 di tutto il 2013, con 165 minori adescati. E nella black list formulata dalla polizia ci sono oltre 1.700 siti dall’inizio del 2014. Tutto online, che resta off the records per gli internauti. L’unico modo per avere un contatto con questo mondo è navigare nelle acque torbide delle reti parallele con indirizzo Ip anonimo. Compito del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia (Cncpo), che solo tre mesi fa, in collaborazione con l'Fbi, ha messo a segno la prima operazione condotta nel Paese con successo all’interno del darknet: dieci arresti e l’identificazione di tre ragazzini di sette anni, vittime di abusi sessuali. Si tratta della punta dell’iceberg di un’indagine solo agli inizi, nella quale gli investigatori stanno cercando di scardinare un’organizzazione definita "massonica", che isola i componenti sospettati di essere indagati, ha un suo slang , scambia, commercia ed esibisce come trofei i bimbi adescati e violentati.