"La più grande conquista è stata garantire la dignità ai poveri delle campagne, umiliati e senza futuro. Il senza terra non ha futuro ma quando si organizza in movimento trova la dignità di camminare a testa alta e sperare in un futuro migliore", dice Stèdile, spiegando l'evoluzione del movimento in 30 anni da lotta contro il latifondo a organizzazione in cui l'educazione e la conoscenza sono altrettanto importanti. Oggi i contadini di Mst sono strutturati in cooperative, piccole fattorie e la formazione scolastica a tutti i livelli è programmatica. Ecco così tecnici agrari, laureati, scienziati con l'obiettivo di lottare l'agri business delle multinazionali globali, che deforestano e impoveriscono il territorio con le monoculture, per favorire invece l'agroecologia.
Ecco così che i Sem Terra insieme alla rete di Via Campesina (un movimento nato nel '93 e che rappresenta 200 milioni di zappaterrra in 70 paesi), sono diventati protagonisti delle lotte contadine sulla sovranità alimentare, contro gli ogm, per la difesa delle sementi autoctone e tradizionali come patrimonio dell'umanità, per l'agricoltura sostenibile su piccola scala in opposizione ai processi neo liberisti per cui l'agricoltura subordinata al capitale finanziario non si accontenta più del possesso della terra ma aspira al controllo del commercio e all'imposizione in tutto il mondo dello stesso modello di alimentazione. Il movimento dei senza terra è rimasto come si era costituito, con la forma di direzione collettiva, senza presidenti né leader unici. "I nostri valori fondanti sono rimasti gli stessi di 30 anni fa: solidarietà, indignazione contro qualsiasi ingiustizia, contro le divisioni tra di noi. Non vogliamo essere un modello, in ciascun paese bisogna organizzarsi. Noi in Brasile ci siamo avvicinati al lavoratori delle città e ai sin teto, senza casa. Ma guardiamo anche all'estero".
Stèdile si riferisce alle Brigate internazionali in sostegno di movimenti contadini e poveri in tutto il mondo. Siamo in Bolivia, ad Haiti, in Palestina e persino in Cina. Ad Haiti c'erano ben prima del terremoto del 2010 che ha reso un'isola poverissima e saccheggiata, una terra desolata con 900 mila senza tetto. La brigata internazionalista Dessalines, premiata nel 2013 per gli sforzi per la democrazia alimentare, era già lì ed è sempre là, con anche italiani - a portare avanti il programma per le sementi, la riforestazione, le cisterne di acqua piovana , la costruzione di scuole tecniche di agroecologia. Il futuro? Stèdile e i suoi Senza Terra pensano sia l'Alba, il nome dato nel maggio 2013 all'Assemblea dei movimenti sociali verso l'alba, evoluzione di quel primo Forum social modiale, l'internazionale dei no global o altermondisti, che ha segnato una svolta nel 2001. L'Alba promuove un modello di vita alternativo, sostenibile, solidale nel quale i modelli produttivi e riproduttivi siano al servizio dei popoli spingendo ad una produzione equa ed ecologicamente compatibile.