Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Imam, prediche solo da “patentati”

Imam, prediche solo da “patentati”

L'albo non mette al riparo dal rischio terrorismo


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Le associazioni di rappresentanza dei musulmani in Italia concordano. E’ arrivato il momento di istituire un albo degli imam. Una “patente” per ministri di culto. Ben vengano gli imam italiani. La proposta è allo studio del Viminale ma una volta approvata, lo Stato non deve intervenire nel merito

di Teresa Carbone


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Condividi

All’albo dei medici e a quello degli avvocati presto si aggiungerà quello degli imam d’Italia. A chiederlo, da anni a gran voce sono le rappresentanze dei musulmani in Italia. Una richiesta unanime che, finora, non è stata concretizzata da alcun governo. La richiesta torna in questi giorni, prepotente, perché è chiaro - in prima istanza ai musulmani - che è urgente sottrarsi alle strumentalizzazioni derivanti dagli episodi di terrorismo, a partire da quelli a Parigi e Copenaghen e poi a mettere distanza rispetto alle minacce anche all’Italia che arrivano dai jihadisti dell’Isis, anche loro musulmani.
I requisiti necessari per predicare nelle moschee e nei luoghi di culto? Studio e predisposizione. Il primo, da perseguire in facoltà di teologia (italiane o arabe basta che siano riconosciute). La seconda da conquistare con l'attivismo religioso. Ben vengano gli imam italiani, anche perché su un milione e settecentomila musulmani nella penisola la maggioranza è italiana.

La proposta è stata depositata sul tavolo del Viminale in seguito alla ripresa del dialogo con le associazioni di rappresentanza dell’islam voluta dal ministro dell’Interno Angelino Alfano che ha riaperto la “Consulta per l’islam” avviata da Giuseppe Pisanu, nel 2005. Il 23 febbraio, il ministro ha convocato alcuni rappresentanti delle comunità islamiche, dopo gli atti terroristici a Parigi e a Copenaghen, ai quali ha chiesto di “distinguere chi prega da chi spara” e ha aggiunto che “chi prega ha il dovere di prendere duramente, incontrovertibilmente, inequivocabilmente le distanze da chi spara, anche con denunce”.

Una delle organizzazione più convinte della bontà della proposta di codificare a livello nazionale un albo per gli imam è l’Ucoii, l'unione delle comunità islamiche in Italia (di ispirazione sunnita). Il suo presidente, l’imam di Firenze, Izzedir Elzir è chiaro al riguardo: “chiunque può fare l’imam – afferma - . Nella realtà italiana o viene nominato dal direttivo della comunità islamica locale o viene accettato dalla comunità stessa. Se abbiamo un imam istruito, è meglio. Ben venga la trasparenza, noi lo chiediamo dal 1991. La comunità islamica non ha un’intesa con lo Stato, non abbiamo neanche il riconoscimento dell’imam. Siamo amministrati ancora dalla legge dei culti ammessi del 1929”. La creazione di un albo, secondo Elzir, può viaggiare da sola rispetto alla stipula di un’intesa con la confessione religiosa.

Arriva 'patente' per imam ma non garantisce contro terroristi

Arriva 'patente' per imam ma non garantisce contro terroristi

Confini precisi per l’albo degli imam

Elzir fa alcune precisazioni e traccia già i confini di competenza tra comunità islamiche e Stato: “l’albo degli imam deve essere fatto dalla comunità islamica. Lo stato italiano è laico non può intervenire nei lavori interni della comunità islamica. Può approvare quello che approva la comunità islamica che porta quest’albo alla prefettura e poi alla direzione centrale dei culti ammessi”.

Per essere nominati imam ci due cose che contano: la condotta e lo studio. In primo luogo, un impegno concreto nella comunità e una minima conoscenza del Corano e dell’Islam. Quanto alla conoscenza della religione islamica, “non è necessario che sia frutto di un titolo di studio, può essere anche appresa da autodidatta”. Secondo Foad Aodi, presidente del Comai, (Comunità del mondo arabo in Italia) occorre invece la “laurea in teologia” (da prendere sia in Italia che in Egitto), un’esperienza di tre anni e la predisposizione per fare l’Imam “perché è una cosa importante”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Vogliamo un albo degli imam ma lo Stato non intervenga

Vogliamo un albo degli imam ma lo Stato non intervenga

Il terrorismo arriva dal web e dalla musica

La “patente” da imam però non mette a riparo il paese dagli estremisti. “E’ una questione tecnica. Non c’entra con il terrorismo che va combattuto insieme alle forze dell’ordine e con le altre comunità religiose. Non è che l’albo degli imam risolve la questione del terrorismo ma non c’è dubbio che dà un messaggio di tranquillità”, precisa l’imam di Firenze.
In effetti, al momento esiste già una forma di albo, in fase embrionale, espressione della sola l’Ucoii che ha già una gerarchia interna, dispone anche di un albo degli imam. “Ora quello che chiediamo è che venga approvato dal ministro dell’Interno – afferma Elzir - .

E’ una proposta che porteremo all’attenzione del ministro Alfano, nei prossimi incontri, insieme ad altre proposte come quella dei corsi di aggiornamento per imam, di comprensione della fede islamica e di conoscenza della realtà culturale e legislativa italiana. Dopo l’11 settembre abbiamo deciso di adoperare una filosofia che è quella di prevenire”. Quanto alle espulsioni e agli arresti di imam registrati in passato in Italia, Elzir appare tranquillo: “il nostro paese è tranquillo – aggiunge l’imam - . Non per questo bisogna abbassare la guardia ma possiamo dare un messaggio di tranquillità, reale, di fatto”.

“Il pericolo non arriva dalle moschee come una volte – avverte Foad Aodi – perché sono controllate ogni giorno e i musulmani lo sanno. Il pericolo viene dal web, fa Face book, da Twitter e dai video musicali. Bisogna indagare su ogni video, anche innocenti perché coinvolgono parecchi giovani. I messaggi veicolati dalla musica conquistano i giovani e se questi vivono una crisi di identità, soprattutto le seconde generazioni di immigrati, è possibile che si lascino convincere” e sposino la causa terroristica.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Presto la preghiera del venerdì anche in italiano

Un momento della preghiera del venerdi' al velodromo Vigorelli di Milano. ANSA/MATTEO  BAZZI
Un momento della preghiera del venerdi ' al velodromo Vigorelli di Milano. ANSA/MATTEO BAZZI - RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Il nodo della legge anti-moschee

C'è un'altra questione difficile da digerire per l'Ucoii, è la legge "anti-moschee", approvata dalla Regione Lombardia e impugnata dal governo, che prevede requisiti stringenti per la costruzione di luoghi di culto e, di fatto, impedisce la costruzione di nuove moschee perché subordina l'avvio dei lavori alla sottoscrizione di un accordo con lo Stato, cosa che i musulmani non hanno mai fatto.

Eliminate di fatto le moschee, il testo di legge, per i requisiti urbanistici previsti (telecamere collegate con le forze dell'ordine, costruzioni congruenti architettonicamente "con le caratteristiche generali e peculiari del paesaggio lombardo", parcheggi con una superficie almeno doppia di quella del luogo di culto stesso e obbligo di valutazione ambientale strategica del progetto da parte dei Comuni) rende difficile anche l'edificazione di sinagoghe e di templi protestanti o buddisti.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Presidente Ucoii: Qualcuno in Italia vuole limitare la libertà di culto

Presidente Ucoii: Qualcuno in Italia vuole limitare la libertà di culto

Condividi

O utilizza

Magazine

Aprile dolce dormire, ma che fatica addormentarsi

La medicina del sonno sta assumendo un ruolo sempre più importante. A Bologna c'è un'eccellenza italiana nel mondo. Focus sulla narcolessia con storie e riflessioni su una sofferenza che toglie il sorriso (copertina Il sogno di Pablo Picasso PHOTO ANSA/ARCHIVIO)

martino.iannone@ansa.it

Uccelli ultrà, pappagalli alieni e rapaci al Vaticano: primavera metropolitana

Un gheppio domina Castel Sant'Angelo, il Maradona e San Siro come nidi di cemento e i parrocchetti ormai parlano il romanesco

martino.iannone@ansa.it

Sanno solo vincere, ora vogliono contare di più

La conquista della parità di genere in Italia la sfida che le campionesse come le dilettanti affrontano quotidianamente

martino.iannone@ansa.it

ANSA Corporate

Se è una notizia,
è un’ANSA.

Raccogliamo, pubblichiamo e distribuiamo informazione giornalistica dal 1945 con sedi in Italia e nel mondo. Approfondisci i nostri servizi.

Imam, prediche solo da “patentati”