Tra gli apripista Rebibbia, la terza casa penale di Roma, dove dal 1983 si producono T-shirts e felpe con il marchio Made in Jail. Magliette con scritte, immagini e disegni, spesso in tema 'sbarre': l'idea venne ad un gruppo di detenuti (ora ex) che ritrovando impegno e passione, una volta scontata la pena, si sono reinseriti nella società. Verso la fine degli anni 80, il gruppo ha creato una cooperativa dando vita ad un vero e proprio movimento per favorire dentro e fuori degli Istituti Penitenziari italiani la rieducazione al lavoro e la formazione professionale e culturale.
A Fa' la cosa giusta, la fiera degli stili di vita sostenibili, l'economia carceraria ha occupato, nel mese scorso a Milano, un'intera sezione, rappresentativa di tutto quello che si muove in questo ambito e 10 cooperative si sono riunite per fare rete con un unico brand, Freedhome, che dovrebbe diventare il marchio di una catena di negozi che vendono prodotti dell'economia carceraria.
Spiega Marco Girardello, della cooperativa Banda Biscotti, ''l'obiettivo è quello di creare dei punti vendita, come già è stato fatto a Verbania con un temporary shop sotto Natale e a Torino, dove invece c'è un vero e proprio negozio. Visto il successo che hanno pensiamo sia un'esperienza replicabile anche in altre città". Già a Natale nel temporary shop di Emergency a Roma, i biscotti di alcune cooperative carcerarie come Banda Biscotti di Verbania e Saluzzo, Dolci in libertà della casa circondariale di Busto Arsizio e Sprigioniamo Sapori delle case circondariali di Ragusa e Catania sono andati esauriti. Le dieci cooperative lavorano con i detenuti delle carceri di S. Stefano Belbo (Cn), Verbania, Genova, Gravina in Puglia (Ba), Pozzuoli, Siracusa, Torino, Novara, Venezia e Ragusa.
Banda Biscotti, i cui laboratori si trovano a Verbania nella scuola di formazione dell'Amministrazione penitenziaria, e a Saluzzo, nella casa di reclusione Rodolfo Morandi, produce pasticceria secca. L'iniziativa è una cooperativa sociale intitolata Divieto di sosta e i prodotti sono realizzati interamente all'interno e all'esterno delle carceri di Verbania e di Saluzzo con il lavoro degli ospiti della struttura detentiva. ''Siamo condannati a creare dolcezze'', scherzano quelli di Banda Biscotti. ''Due cose buone: i nostri biscotti e la speranza di farvi cambiare idea sul carcere e sulle persone che lo abitano''. Banda Biscotti trae le proprie origini dall'esperienza di lavoro nel contesto penale maturata in più di 35 anni dalla Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri Onlus. ''Crediamo nel fatto che la formazione possa giocare un ruolo di primo piano rispetto allo sviluppo di politiche votate all'inclusione sociale delle persone più fragili presenti all'interno dei nostri circuiti di pena''.
Nella casa circondariale di Genova Marassi, nella quinta sezione Alta sicurezza, si realizzano t-shirt e gadget personalizzati con frasi di cantautori italiani. Si chiamano Bottega Solidale O'Press e la linea è Canzoni oltre le sbarre. Compiono un paio di anni, i dolci di mandorla e pistacchio e gli altri biscotti, tra cui la famosa Giurgiulena, preparata con sesamo, miele, qualche mandorla e pezzettini di buccia d'arancia di Sprigioniamo Sapori, la cooperativa sociale che lavora all'interno della casa circondariale di Ragusa e Catania 'Piazza Lanza' con un laboratorio in cui si producono anche torroni. La cooperativa nasce come logica conseguenza del progetto di reinserimento sociale "Rompete le righe", finanziato dal Fondo sociale europeo per il Consorzio "La città solidale" di Ragusa che ha coinvolto decine di detenuti.
Lo scopo è lo stesso per tutti: buone pratiche di economia carceraria, valori e seconde possibilità per i detenuti. I prodotti si vendono nei punti vendita, nelle fiere e su internet nei siti delle cooperative e in quelle di e-commerce.
A Torino c'è Lacasadipinocchio, un'associazione culturale che con il marchio Fumne, realizza artigianalmente, con materiali di recupero pregiati e selezionati, accessori preziosi, borse e abiti, anche per bambine con uno stile senza eccessi, con materiali naturali. Da qualche mese hanno preparato una nuova linea di bijoux ispirati alla 'Meditazione', al silenzio e alla riflessione, per esorcizzare l'interminabile tempo della pena: rosari, croci, fazzoletti ricamati, e ciondoli ispirati agli ex voto. Il lavoro artistico è delle donne detenute della casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. L'associazione da un anno ha fatto un ulteriore passo, attivando un processo di riconciliazione con la società civile: si tratta di Fumnelab e ha il patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia e Comune di Torino e il riconoscimento del Ministero di Giustizia e del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria. Attraverso due giornate di lavoro al mese il Carcere di Torino si apre accogliendo donne libere che desiderano imparare tecniche manuali a loro sconosciute e trascorrere una giornata con le donne detenute che diventano le loro docenti.
A Pozzuoli le detenute del carcere riunite in cooperativa sotto il nome Lazzarelle realizzano il caffè, tostato con la tecnica tradizionale dei vecchi maestri torrefattori napoletani. Il caffè, acquistato dalla Cooperativa Shadhilly, è completamente prodotto dalle detenute in ogni fase. L'impresa sociale è nata nel 2010, con la convinzione che il carcere non debba essere un luogo oscuro e dimenticato e dall'idea che è sempre possibile anche nelle condizioni più difficili essere protagonisti di cambiamento. Si tratta di una micro impresa che promuove l'autoimpiego e cerca, nel suo piccolo, di risolvere uno dei tanti problemi aumentati con la crisi economica, la sottoccupazione femminile. In questi anni ha fatto iniziative con Libera e molte altre associazioni: l'ultima partnership è con il brand beauty etico Lush.
Rio Terà dei Pensieri - Malefatte, a Venezia, è un altro 'work in jail': è' una cooperativa sociale nata nel '94 pensando ad un'alternativa alla cella. Lavora all'interno dei due Istituti Penitenziari di Venezia ed in area penale esterna. I detenuti e le detenute , anch'essi soci lavoratori della cooperativa, coadiuvati da docenti, collaboratori e volontari, producono oggi varie cose. ''Ogni nostra produzione - dicono - è speciale poiché porta con sè la storia delle mani che l'hanno lavorata, fatta di passati tortuosi, presenti di impegno e attese di futuri migliori. Le nostre produzioni raccontano di impegno, etica e cura per l'ambiente: coltiviamo un orto biologico delle meraviglie nel carcere femminile alla Giudecca, stampiamo in serigrafia Tshirts del Commercio Equo e Solidale nel carcere maschile Santa Maria Maggiore, realizziamo borse e accessori con materiali riciclati, produciamo cosmetici, tra cui una linea biologica''. A Campo dei Miracoli, la società cooperativa nata nel '99 a Gravina di Puglia (Bari) si producono taralli salati secondo la tradizione pugliese, mentre in Piemonte, Quelli di Via Sforzesca a Novara si occupano di tipografia nella casa circondariale, come i 'cugini' detenuti di Torino, gli Extraliberi, che hanno laboratorio di serigrafia, stampa digitale e ultimamente anche abbigliamento.
E per chi vuole scacciare l'amaro del carcere ecco le Dolci Evasioni, l'ironico marchio dell'Arcolaio che dal 2003 con i detenuti della casa circondariale di Siracusa produce a base di mandorle dolci tipici della pasticceria siciliana, pesto e latte.