Hackerare sballa, regala una vertigine simile alla droga. L'affermazione è forte, ma è proprio questa la sensazione che prova chi vìola reti e sistemi informatici.
Secondo uno studio di Europol datato 2016, un teenager che inizia con piccoli atti di pirateria, acquisendo via via sempre più fama e notorietà, fino a diventare un vero hacker, prova una emozione totalizzante, che può finire davvero per creare dipendenza. Proprio come avviene con alcol e stupefacenti. Le tecniche di contrasto al fenomeno - si legge nello studio - potrebbero essere mutuate dai piani elaborati per lotta al fumo e all'abuso di sostanze.
Nel mirino degli hacker c'è ormai di tutto: solo negli ultimi mesi, i pirati della rete hanno colpito le elezioni, dal presunto attacco degli hacker russi durante il voto di USA 2016 alle intrusioni nella piattaforma Rousseau durante la scelta del candidato premier di M5S, i conti bancari , le serie televisive più in voga. Perfino i pacemacker non sono rimasti immuni.
A chi si diletta nelle violazioni hi-tech, si contrappongono quanti, con medesime conoscenze tecnologiche ma diversa etica, agiscono per proteggere i dati e le informazioni sensibili: sono gli hacker bianchi.