Le forze dell'Isis sono state respinte da quasi tutta Kobane, secondo quanto dichiarato alla Bbc da una comandante militare dei peshmerga curdi che combattono a difesa della città siriana vicina al confine turco.
Almeno 662 persone sono rimaste uccise a Kobane dall'inizio dell'offensiva jihadista, un mese fa, rende noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, che non tiene conto delle vittime dei raid aerei della coalizione anti-Isis a guida americana. La ong specifica che dal 16 settembre sono morti 374 combattenti dell'Isis e 258 curdi, che difendono la città siriana al confine turco, e poi - fra gli altri - ancora 20 civili.
Secondo Baharin Kandal, i combattenti dello Stato Islamico si sono ritirati da tutte le aree della città eccetto due, dove ancora oppongono resistenza nei quartieri orientali. L'ufficiale curda si è detta certa che Kobane sarà "liberata presto", aggiungendo che la sua milizia ha ricevuto armi, aiuti e anche combattenti, senza specificare altro. La resistenza curda a kobane ha ricevuto un forte aiuto militare dei raid aerei americani e della coalizione, 14 dei quali condotti solo nelle ultime 14 ore.
Intanto è salito a 26 morti il bilancio dell'ondata di attentati che ha colpito oggi l'Iraq secondo fonti mediche e della polizia. Due autobomba sono esplose nel quartiere sciita di Kazimiya a Baghdad, uccidendo 10 persone. L'attentato è stato rivendicato dai jihadisti dell'Isis. Nove invece i morti a Talibiya, sempre a Baghdad, dove un kamikaze si è fatto esplodere con un'autobomba. Altre 6 vittime a Mahmudiyah (a 30 km a sud della capitale) per un'altra autobomba. Un soldato ucciso a Madain per una bomba. .
Si chiama 'Determinazione assoluta' (in inglese 'Inherent Resolve'), l'operazione lanciata dalla coalizione contro i jihadisti dello stato islamico in Iraq e in Siria. Lo ha annunciato il Pentagono, a due mesi dai raid contro lo Stato islamico. "Il nome dell'operazione è 'Inherent resolve'", ha detto il colonnello Ed Thomas, portavoce del generale Martin Dempsey. La decisione, ha spiegato, è stata presa alcuni giorni fa senza fornire ulteriori dettagli
I miliziani dello Stato islamico (Isis) stanno circondando Ameriya, citta' irachena a sud di Falluja, a soli 40 chilometri da Baghdad, uno degli ultimi capisaldi dell'esercito iracheno nella provincia di Al Anbar. Lo ha detto il comandante locale della polizia, Aref al Janaby. "Siamo quasi completamente isolati", ha affermato Al Janaby, aggiungendo che i jihadisti hanno circondato da tre lati la città. Ameriya si trova 20 chilometri a sud di Falluja, che dal gennaio scorso e' nelle mani dell'Isis. "Se la citta' cade, la battaglia arrivera' alle porte di Baghdad", ha avvertito Al Janaby. Intanto il consiglio provinciale di Al Anbar ha detto che cento consiglieri militari americani sono arrivati in due basi ad est e a ovest di Ramadi, capoluogo della provincia, per coadiuvare le forze di sicurezza e le milizie tribali locali nella lotta all'Isis.
Nuovo drammatico appello di uno dei due tedeschi rapiti nelle Filippine dal gruppo terroristico islamico Abu Sayyaf. L'ostaggio racconta che i terroristi hanno già preparato la fossa e gliela hanno mostrata, in vista della scadenza dell'ultimatum il 17 ottobre. "Dicono che questa sia la mia fossa". L'ostaggio, un medico di 73 anni, rapito insieme alla moglie, di 55, ha parlato con una radio locale di Zamboanga. I due cittadini tedeschi, che si trovavano nel Paese per la passione della vela, sono finiti nelle mani del gruppo di ribelli del sud delle Filippine ad aprile. Abu Sayyaf minaccia di decapitare il 73enne, se non saranno versati 4 milioni di euro entro il 17 ottobre. Nelle scorse settimane, i terroristi avevano anche chiesto a Berlino di rivedere la sua politica contro Isis in Iraq e Siria, ricevendo un netto rifiuto dal governo tedesco. Un portavoce dell'organizzazione terroristica, parlando oggi alla radio, ha affermato che i terroristi sarebbero adesso disposti a trattare con uno specifico interlocutore del ministero degli Esteri.
Cons.sup.Difesa, rischi rilevanti Europa e Italia "La pressione militare dell'ISIS in Siria e in Iraq implica rischi rilevanti per l'Europa e per l'Italia", "l'Italia, insieme a Onu e Ue, consideri con estrema attenzione gli eventi" ed "eserciti ogni possibile sforzo per prevenire, in particolare, l'ulteriore destabilizzazione della Libia". E' quanto afferma il Consiglio Supremo di Difesa. "La minaccia costituita dai cosiddetti foreign fighters rende evidente l'esigenza di uno sforzo integrato e senza soluzione di continuità, sia sul fronte informativo sia su quello esecutivo, da parte dei dispositivi di sicurezza esterna e interna nazionali e internazionali". Lo afferma il Consiglio Supremo di Difesa, riunitosi al Quirinale.
Supervertice tra il presidente americano, Barack Obama, e i principali leader europei per fare il punto su Isis ed Ebola. Alla conference call che si svolgerà in giornata - spiegano dalla Casa Bianca - parteciperanno il premier britannico Cameron, quello italiano Renzi, il presidente francese Hollande e la canceliera tedesca Merkel.
Venerdì manifestazione a Roma, "Kobane non è sola"
"Kobane non è sola". Questo lo slogan che accompagnerà venerdì prossimo la manifestazione a Roma indetta dall'Uiki (l'ufficio di informazione del Kurdistan in Italia) e alla quale prenderanno parte le associazioni curde, così come avvenuto durante la fiaccolata di mercoledì scorsa al Colosseo. Il presidio, in programma dalle 16 alle 19 a Largo Argentina, chiede il disarmo dell'Isis e di "isolare gli Stati che lo sostengono (Arabia Saudita, Qatar, Turchia)". I manifestanti chiedono l'apertura di un corridoio umanitario al confine turco per fornire assistenza e rifornimenti alle forze di difesa curde.