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Sony ci ripensa, 'The Interview' nelle sale Usa a Natale

In Corea del Nord internet in tilt, con Usa è cyber-guerra

Con una marcia indietro quasi all'ultimo momento, la Sony Pictures ha annunciato che il controverso film 'The Inteview' uscirà comunque il giorno di Natale, almeno in alcune sale. E mentre la Casa Bianca plaude e il web festeggia la notizia come una vittoria sulle minacce degli hacker-terroristi, tra Usa e Corea del Nord sembra ormai profilarsi quantomeno una cyber-guerriglia: dopo oltre nove ore e mezza di blackout totale, la rete internet nordcoreana e' tornata ed essere operativa, ma continua ad andare avanti a singhiozzo. Non è ancora chiaro quante e quali sale cinematografiche proietteranno "The Interview".

Nelle ultime ore i proprietari di diversi cinema indipendenti e d'essai si erano detti disponibili e l'amministratore delegato della Sony Pictures, Michael Lynton, ora e' raggiante: "Non abbiamo mai rinunciato all'uscita di 'The Interview' e siamo contenti che il film sarà in alcune sale", ha affermato, aggiungendo che "allo stesso tempo continuiamo i nostri sforzi per assicurarci più piattaforme e più sale, in modo che il film raggiunga la più grande audience possibile". Specie dopo l'enorme pubblicità che ha avuto. L'annuncio della Sony è arrivato proprio mentre il web nordcoreano subiva una nuova interruzione. Secondo diversi esperti, e' il frutto della rappresaglia Usa agli attacchi degli hacker nordcoreani alla Sony. Washington pero' non conferma ne' smentisce, mentre i 'cyber-warrior' di Anonymous rivendicano l'attacco, e alcuni altri possibili 'indiziati', come la Cina e anche Pyongyang, mantengono uno 'strategico silenzio'.

Il presidente Obama ha detto molto chiaramente che gli Usa avrebbero risposto in maniera "proporzionata" agli attacchi che avevano indotto la Sony a cancellare l'uscita del film satirico su Kim Jong-un, anche se ha definito quegli attacchi un atto di "cyber-vandalismo e non di guerra". Una portavoce del Dipartimento di Stato si e' invece limitata a dire che delle rappresaglie americane, "alcune si vedranno, altre no". Parole che hanno rapidamente alimentato il giallo che avvolge il blackout in cui e' caduto il web nordcoreano. Anche perche' i cyber-attivisti di Anonymous hanno prontamente rivendicato l'attacco. Dopo aver affermato che a distribuire il film ci penseranno loro, tramite il loro account Twitter TheAnonMessage, ora sospeso, gli 'hacktivist' hanno annunciato il loro contrattacco: "operation RIP North Korea, engaged. #OpRIPNK", ovvero, operazione Corea del Nord Riposa in Pace, iniziata.

E ci sono anche altri hacker che hanno rivendicato di essere stati loro a mandare in tilt il web nordcoreano, mentre un esperto citato dalla Cnn, Matthew Prince, della CloudFlare, afferma che "e' improbabile che sia opera degli Usa. Sembra piu' opera di un quindicenne con la maschera da Guy Fawkes". Ma tra i sospettati ci sono anche la Cina, perche' il sistema internet della Corea del Nord transita nei canali di una azienda cinese chiamata China Unicom, e Pechino e' da tempo irritata per gli eccessi del suo bizzoso alleato di Pyongyang. La Cina ovviamente non commenta. Nelle ultime ore si e' giusto limitata a suggerire che "i due Paesi (Usa E Corea del Nord) possano comunicare tra loro su questi problemi". E anche lo stesso regime nordcoreano, che secondo alcuni potrebbe essere interessato a creare 'un incidente', al momento tace.

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