(di Lorenzo Trombetta)
(ANSA) - BEIRUT, 27 DIC - L'opportunità di trovare una
soluzione politica alla mattanza siriana è riemersa oggi, seppur
timidamente, grazie all'apertura espressa dalle autorità di
Damasco alla proposta russa di tenere a Mosca un tavolo
preparatorio per una conferenza di dialogo tra regime e
opposizioni.
Questo mentre un nuovo rapporto umanitario ha reso noto che
nel 2014 quasi ogni giorno un civile siriano è morto per fame o
mancanza di medicine nelle regioni assediate dalle forze
governative nel contesto delle violenze che da circa quattro
anni lacerano il Paese.
Tra i 313 civili morti documentati dall'Osservatorio
nazionale per i diritti umani (Ondus), 101 sono minori e 34 sono
donne. La conta va dal 1 gennaio al 26 dicembre 2014 e considera
in particolare i decessi avvenuti nelle regioni di Damasco e
Homs per mancanza di nutrizione e assenza di medicinali.
Sempre l'Ondus, che dal 2007 si avvale sul terreno di una
fitta rete di ricercatori, avvocati e fonti mediche, ha
documentato la morte dalla vigilia di Natale a Santo Stefano di
115 civii, tra cui 26 minori, uccisi da bombardamenti
dell'aeronautica militare di Damasco su varie zone che non sono
più controllate dalle truppe governative.
Le regioni più colpite sono quelle di Aleppo, Idlib e
Damasco, ma in proposito i media del regime parlano solo di
operazioni di terra e riferiscono dell'uccisione di "numerosi
terroristi".
Sul piano diplomatico, il sì di Damasco alla proposta russa
sembra riaprire una finestra di opportunità alla diplomazia. La
Russia, assieme all'Iran, è uno storico alleato della famiglia
Assad al potere da mezzo secolo. E la proposta di Mosca appare
calibrata sulle esigenze di Damasco.
Le condizioni poste dal governo siriano sono che non ci deve
essere "interferenza straniera", che "sia tenuto conto delle
aspettative dei siriani" e che "si continui sulla strada della
lotta al terrorismo".
Da settimane la Russia lavora a un incontro informale,
definito "preparatorio", e che si tenga attorno al 20 gennaio.
Accanto a esponenti del governo siriano, Mosca ha invitato tutte
le opposizioni in esilio e in patria.
Queste si stanno intanto incontrando da giorni al Cairo per
esplorare possibili vie per unificare il fronte politico
anti-Assad. Dalla principale coalizione delle opposizioni
all'estero oggi è comunque già arrivata una presa di distanza
dall'idea russa: "La Russia non ha proposto un'iniziativa chiara
- è stato detto - Per ora c'è solo un invito".
Gli ultimi contatti concreti tra le parti risalgono a circa
un anno fa. Quando l'allora inviato del'Onu per la Siria Lakhdar
Brahimi tentò di mediare (tra Montreux e Ginevra) un inizio di
negoziato tra regime e oppositori all'estero.
Il suo successore, Staffan De Mistura, ha però proposto nelle
ultime settimane di invertire l'approccio negoziale. Non più
soluzioni imposte dall'alto e dai grandi attori internazionali,
bensì soluzioni elaborate dal basso e su base locale.
Per ora la proposta De Mistura non ha ricevuto adesioni
concrete siriane. Oggi ha invece incassato il no di una delle
formazioni militari anti-Assad più rilevanti sul terreno: l'ala
siriana di al Qaida. Difficile dunque, secondo molti
osservatori, che la soluzione politica sia vicina, sia sul
binario di De Mistura che su quello russo. (ANSA).