La strada di Copenhagen del caffè teatro della sparatoria di sabato scorso, è stata chiusa dopo il ritrovamento di una lettera sospetta. Decine di agenti hanno controllato l'area. La lettera conteneva un falso allarme bomba. La notte scorsa ci sono state diverse azioni della polizia e ricerche in un parco nelle vicinanze dell'abitazione dell'attentatore di sabato scorso.
Europa e Merkel a Netanyahu, casa degli ebrei è qui La domanda se restare o emigrare in Israele, per quanto sia nell'aria da tempo, viene respinta da più parti. Gli inviti insistiti del premier Benyamin Netanyahu lasciano d'altronde freddi i leader di diverse comunità ebraiche. E vengono rimandati al mittente con malcelato fastidio da personalità politiche come Angela Merkel e Francois Hollande. "Desideriamo che gli ebrei che vivono in Germania continuino a viverci e bene", la loro sicurezza è garantita, ha tagliato corto oggi la cancelliera tedesca. "Il posto degli ebrei è in Europa, in Francia in particolare", dove godono di "grande considerazione", le ha fatto eco il presidente francese, ribadendo quanto già affermato dopo la strage di Parigi a gennaio. Il premier Manuel Valls, con un forte messaggio destinato a non passare inosservato, si è appellato intanto a combattere "l'islamo-fascismo", il jihadismo e l'antisemitismo e a mobilitare la società per i valori laici. Ma anche lui si è rivolto agli ebrei per invitarli a rimanere: "La Francia è ferita come voi e si augura che non ve ne andiate", ha ripetuto.
Circa 45 minuti dall'attacco contro il centro culturale Krudttonden, sul profilo del presunto killer, Omar Abdel Hamid El-Hussein, era comparso un video con un inno alla jihad, in cui si recitano versi del Corano, che hanno come filo conduttore la lotta agli infedeli. Lo si legge sull'edizione online del giornale danese Ekstra Bladet. Il video, a cui El-Hussein non prende parte, è firmato da un ignoto 'Musulmano orgoglioso' ed era stato postato il 5 febbraio su Youtube.
Nonostante avesse solo radici palestinesi, e fosse nato e cresciuto in Danimarca, Omar, 22 anni, nutriva odio nei confronti degli ebrei e secondo il racconto di un ex compagno di scuola era molto aggressivo quando parlava del conflitto Israelo-palestinese.
Il presunto killer "era conosciuto dalla polizia per una serie di atti criminali, inclusi gravi atti di violenza, ed era anche conosciuto per essere legato ad una gang", ha ribadito la premier danese Helle Thorning-Schmidt. Thorning-Shmidt ha detto che niente indica che il giovane facesse parte di una cellula più ampia. La scelta degli obiettivi lascia tuttavia pensare che si sia trattato di un atto di terrorismo.
Secondo la polizia danese i due arrestati sono sospettati di aver aiutato l'autore degli attacchi. Il legale di uno dei dei sospettati, Michael Juul Eriksen, ha detto all'emittente pubblica DR che i due sono stati accusati di aver dato rifugio all'attentatore e di averlo aiutato a sbarazzarsi dell'arma.
Proteste si sono diffuse sui social per le dozzine di fiori lasciate sul luogo dove il presunto terrorista è stato ucciso dalla polizia. Secondo quanto racconta una giornalista di Tv2 sul posto è poi arrivato un gruppo di persone che ha buttato i fiori da una parte, spiegando che tra i musulmani non è tradizione metterli ai morti. Al loro posto il gruppo ha messo un cartello con la scritta "Riposa in pace. Possa Allah essere misericordioso con te". Sul posto è arrivata anche la polizia, prima che il gruppo si allontanasse gridando "Allah è grande" in arabo.
"Gli ebrei hanno il loro posto in Europa, e in particolare in Francia", Paese che ha per loro "una grande considerazione". Lo ha dichiarato il presidente francese François Hollande, reagendo alle parole di ieri del premier israeliano Benyamin Netanyahu, che invitava gli ebrei europei a emigrare verso Israele. Simile botta e risposta tra i governi di Francia e Israele era avvenuto all'indomani della strage del negozio kosher di Parigi del 9 gennaio.