Gli appassionati britannici di bridge non ci stanno. Bocciati dalle autorita' sportive del Regno, che si sono rifiutati di accettare il loro gioco prediletto fra le discipline dello sport, si sono rivolte a un tribunale per dirimere la questione.
Il caso e' da oggi sul tavolo delle Royal Courts of Justice, tirate in ballo dalla English Bridge Union (Ebu) dopo il 'no' dell'ente pubblico che finanzia le attivita' sportive in Inghilterra. In effetti la Corte non sara' chiamata a definire cosa sia sport e cosa non lo sia, ma a valutare la legittimita' del verdetto preso da quel determinato organismo. Il risultato sara' tuttavia quello di chiudere definitivamente le porte del mondo ufficiale dello sport - con annessa ripartizione dei fondi economici ad esso riservati - a uno dei piu' nobili e complessi giochi di carte o al contrario se riaprire uno spiraglio. Phil Smith, responsabile dell'ente per il sostegno allo sport che in prima istanza ha risposto picche, ha difeso la sua decisione sostenendo che i finanziamenti vanno destinati solo a quelle attivita' che contribuiscono a mantenere "la nazione fisicamente in forma". Mentre l'Ebu ribatte che il bridge ha tutti i titoli per essere considerato uno "sport per la mente". Ai giudici, ora, l'ardua sentenza.