Se l'accordo di pace dell'Onu sulla Libia sarà approvato "l'Italia, insieme con l'Egitto, l'Algeria e altri Paesi, è pronta a sostenere e ad accompagnare la rinascita della Libia". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, durante l'incontro ad Algeri con i colleghi di Egitto e Algeria. L'Italia, ha aggiunto il ministro, e' pronta a dare il suo contributo "rispondendo alle richieste e alle esigenze del governo di unita' nazionale".
"Una Libia stabile e unita e' importante per il popolo libico perche' da li' possono venire la riconciliazione, lo sviluppo e il contrasto alle infiltrazioni dell'Isis", ha sottolineato Gentiloni. "Ma la stabilita' della Libia e' importante anche per la regione. L'accordo contribuirebbe alla pace di tutta l'area del Mediterraneo. Naturalmente la decisione e' nelle mani del popolo libico".
L'incontro giunge all'indomani delle accuse di Tobruk sulla presenza di navi italiane in acque libiche, smentita dall'Italia, e della profanazione del cimitero italiano a Tripoli.
Il cimitero cattolico italiano di Tripoli 'Hammangi' è stato di nuovo devastato. Lo fa sapere l'Associazione Italiana Rimpatriati dalla Libia (Airl), che invia all'ANSA le foto che testimoniano lo sfregio. "Sono immagini che si commentano da sole per la loro inciviltà e che completano il quadro tragico della situazione in Libia", afferma la presidente dell'Airl Giovanna Ortu.
Governo di Tobruk: tre navi da guerra Italia ieri in acque Libia - Il governo libico di Tobruk condanna "condanna con fermezza" la violazione delle proprie acque territoriali "dopo l'ingresso ieri di tre navi da guerra italiane nei pressi delle coste di Bengasi, a Daryana", circa 55 km a est della città. Lo si legge in un comunicato del governo sulla propria pagina Facebook e Twitter.
Ma il governo italiano nega. "La notizia diffusa stamane da fonti libiche circa la presenza ieri di tre navi italiane nelle acque territoriali libiche è falsa". Lo afferma una nota del ministero della Difesa replicando al governo di Tobruk. "Tutte le navi militari italiane presenti nel Mediterraneo operano in acque internazionali rispettando i limiti stabiliti dai trattati", conclude la Difesa.
LA MINACCIA - Il governo libico "non esiterà a ricorrere a tutti i mezzi che gli consentano di proteggere le sue frontiere e la sua sovranità territoriale". Tobruk invita l'Italia "ha rispettare i trattati firmati tra i due Paesi" e bolla "l'ingresso delle navi italiane come un atto contrario a tutti gli accordi internazionali ratificati dall'Onu".
E l'aviazione libica ha fatto decollare ieri in tarda serata i suoi caccia militari per "monitorare l'attività delle navi da guerra italiane": lo afferma il capo di Stato maggiore libico, Saqr Geroushi, citato dai media locali.