Sirene. Sirene ovunque. E poi caos, voci che si rincorrono sui social media, su Whatsapp, nelle telefonate convulse scambiate tra gruppi di amici sparsi per la città, come ogni venerdì sera. Parigi è sotto shock, le strade sono deserte. Certo, non tutte. La capitale francese è grande. Ma i quartieri colpiti dagli attacchi sono stati subito militarizzati. E le persone sono rimaste bloccate - ordine della polizia - nei bar o nei ristoranti dove si trovavano al momento degli attacchi. "Noi ci troviamo in un locale vicino al Petit Cambogia e non possiamo uscire", racconta all'ANSA William Hilderbrandt, giornalista americano per France 24. "Alcuni nostri amici si trovano in un altro ristorante qui vicino e anche loro sono rimasti bloccati. Altre persone che conosco però sono state fatte uscire. La situazione è caotica". Il tam tam della rete è spietato, non appena circola la voce di un nuovo attacco, di un'altra situazione di crisi in un quartiere della città, i cellulari squillano.
Tutti sono attaccati a Twitter e alla televisione. "Una mia amica - continua William - abita vicino al Bataclan e mi ha detto di aver sentito centinaia di colpi di arma da fuoco". La musica in molti bar è scomparsa, le persone si abbracciano, chiamano i loro familiari per assicurarsi che stiano bene, o fissano davanti a sé in semi-tranche. I mezzi pubblici d'altra parte iniziano a non funzionare e quindi spostarsi, se non si ha un mezzo proprio, è difficile se non impossibile. Nei bistrot, per far allentare la tensione, i gestori chiudono un occhio e lasciano fumare liberamente. Così si continua a bere e si beve forte. In una Parigi in preda al caos, la solidarietà fra cittadini corre anche sui social. Su Twitter, tramite l'hashtag #PorteOuverte (porta aperta), gli abitanti delle vie dove sono avvenute le sparatorie o delle aree circostanti offrono rifugio ai passanti spaventati o a chi non riuscirà a rientrare a casa per la notte. Intanto, vicino allo Stade de France, gruppi di tifosi tedeschi hanno iniziato a girare per le strade mostrando le bandiere della Germania gridando "la Germania è al fianco della Francia". In un'altra zona della città, vicino a uno dei luoghi degli attacchi, alcuni parigini pare abbiamo lanciato dalle finestre lenzuola e coperte per coprire i cadaveri. Ma è solo un'altra voce, una delle tante, che gira nei caffè