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Bruxelles: "Identificato l'uomo col cappello: è Faysal Cheffou"

E dopo l'ondata di arresti di venerdì a Bruxelles e Parigi,  continuano le indagini. E' stato identificato e arrestato il terzo componente del commando a Zaventem: Faysal Cheffou, un free-lance, è l'uomo col cappello. Confermata la morte dell'italiana Patricia Rizzo, deceduta nell'attentato alla stazione metro di Maelbeek. La procura di Charleroi smentisce che l'uccisione di un agente di sicurezza di un impianto nucleare sia legata ad una pista terroristica. Nel suo discorso settimanale il presidente Obama assicura: "Noi difendiamo gli amici". C'è stato un falso allarme bomba nel quartiere di Bascule, a Bruxelles: fatto brillare uno zaino. Mariah Carey annulla il concerto previsto nella capitale belga per timori sulla sicurezza. Infine l'aeroporto Zaventem non riaprirà prima di martedì. Lo scalo è chiuso ai passeggeri dallo scorso martedì, giorno dei tragici attentati.

 Uno degli organizzatori della "Marcia contro la paura", manifestazione indetta con un appello su Facebook, ha confermato l'annullamento della manifestazione. Lo indica il sito del quotidiano 'La Libre Belgique' citando Emmanule Foulon, che aveva lanciato l'evento assieme a Dorian Peremans, Sophie Barthélemi, Thibault Vanderhauwart e Souad Yahia. Il ministro dell'interno, Jan Jambon, ed il borgomastro di Bruxelles, Yvan Mayeur, avevano lanciato un appello per il rinvio della manifestazione.


Faysal Cheffou è l'uomo col cappello - E' Faysal Cheffou il terzo uomo, quello con il cappello nero nelle immagini delle videocamere, che ha partecipato alla strage dell'aeroporto di Bruxelles martedì scorso. Lo scrive il quotidiano belga Le Soir. Cheffou è stato fermato giovedì sera e il suo arresto è stato confermato ieri dopo un lungo interrogatorio. E' stato identificato grazie alla testimonianza chiave del tassista che martedì aveva accompagnato il commando a Zaventem. LEGGI LA NOTIZIA Il giudice in carica dell'inchiesta sugli attentati di Bruxelles ha confermato l'arresto per Faysal Cheffou, con l'accusa di partecipazione ad attività terroriste in relazione agli attacchi di Bruxelles.

Renzi, occorre reazione durissima - "Occorre una reazione durissima nella distruzione di queste cellule, certo. E poi occorre un gigantesco investimento educativo e culturale. Perché l'educazione è il principale fattore per la sicurezza di un popolo. E ci investiremo, senza rinunciare alla nostra identità, ai nostri valori, ai nostri ideali". Lo sottolinea il premier Matteo Renzi sulla sua enews parlando della strage di Bruxelles.

Bruxelles: algerino arrestato in Italia da polizia - La polizia ha arrestato a Salerno un algerino destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità del Belgio: secondo gli investigatori di quel paese era implicato in una rete che produceva falsi documenti che sarebbero stati utilizzati anche da alcuni terroristi implicati nelle stragi di Parigi e Bruxelles. L'uomo è stato arrestato a Bellizzi, in provincia di Salerno, al termine di un'indagine degli uomini della Digos di Roma e dell' antiterrorismo. L'algerino si chiama Djamal Eddine Ouali e nei suoi confronti le autorità belghe hanno emesso un mandato di arresto europeo per i reati di partecipazione a un'organizzazione criminale dedita al falso documentale e favoreggiamento dell'immigrazione irregolare. Il suo nome era emerso nel corso di perquisizioni effettuate a ottobre 2015 in un sobborgo di Bruxelles, Saint-Gilles: in quell'occasione vennero sequestrate mille immagini riferibili a falsi documenti d'identità. Analizzando il materiale, è emerso che tra i mille falsi documenti c'erano le foto e gli alias di tre terroristi appartenenti al gruppo che ha progettato e realizzato gli attacchi di Parigi e Bruxelles. Si tratta di Soufiane Kayal, alias utilizzato da Najim Laachroui, uno dei due kamikaze dell'aeroporto di Bruxelles; Samir Bouzid, alias utilizzato da Mohammed Belkaid, l'uomo rimasto ucciso nel blitz che ha portato alla cattura di Abdeslam Salah; e Yassine Baghli, alias utilizzato dallo stesso Salah.


Prima Parigi, poi Bruxelles. Stesso obiettivo - fare più morti possibili - e stessa cellula.
Più passano le ore e meglio si definisce una trama del terrore unica, che dal Belgio si estende alla Francia, ma che presto potrebbe arrivare al capitolo finale. Ne è convinto il presidente francese Francois Hollande: la cellula terroristica che ha colpito negli attentati di Parigi e Bruxelles sta per essere "annientata", anche se potrebbero essercene altre. Poco importa, forse, che Salah Abdeslam abbia deciso di chiudersi nel silenzio dopo gli attentati di martedì. Le indagini nelle due capitali proseguono, si intrecciano, e continuano a dare frutti. Lo dicono gli arresti delle ultime 24 ore. Ad Argenteuil, nella banlieue parigina, è stato sventato un piano "in fase avanzata" e fermato il suo ideatore, legato a quell'Abbaoud che era la 'mente' del 13 novembre.

 

L'operazione di polizia a Schaerbeek, DALLA TV RTBF


Bruxelles come Parigi, 'Salah doveva sparare in città'

A Bruxelles, invece, sono stati arrestati sei sospetti in diversi raid, di cui uno a Schaerbeek durato diverse ore.

L'uomo ferito e fermato ieri dalla polizia belga a una fermata del tram di Schaerbeek, a Bruxelles, aveva una sacca contenente "elementi esplosivi", secondo una notizia rilanciata in serata da vari media belgi, che citano fonti della polizia. Nei filmati che hanno fatto il giro del mondo, l'uomo, disteso a terra su un fianco sulla piattaforma della fermata del tram, tiene con la mano sinistra uno zainetto grigio che penzola dal cordolo della piattaforma. Disteso a terra per la ferita alla gamba, viene avvicinato da un robot sminatore.

E potrebbe essere in mano alla polizia il 'terzo uomo' della foto di Zaventem, quello con cappello e giacca chiara che accompagnava i due kamikaze. Le connessioni tra gli attentatori dei due Paesi sono sempre di più, ed è forse ciò che spinge Hollande ad un cauto ottimismo: il domino sta venendo giù, perché sono quasi tutti amici o parenti, coperti da una rete di 'quartiere' che va da Molenbeek a Schaerbeek o poco più in là. Ad esempio, l'attentatore fermato ad Argenteuil è Reda Kriket, reclutatore di jihadisti in Belgio, che mandò in Siria anche Abdelhamid Abaaoud. E assieme a lui è stato condannato dal tribunale di Bruxelles l'anno scorso, in contumacia, a dieci anni di carcere nel processo alla 'filiera siriana' che ha preso il nome dal suo leader spirituale, Zerkani, il 'cattivo maestro' che per la procura belga ha traviato un'intera generazione. Proseguendo con i legami, è di oggi la conferma che uno dei due kamikaze dell'aeroporto di Zaventem, Najim Laachraoui, è l'artificiere del gruppo ed ha preparato anche le cinture esplosive usate a Parigi. Il suo dna è stato ritrovato su un frammento di tessuto recuperato al Bataclan.

Parla Salah: "Abaaoud responsabile attentati 13/11", "Ho rinunciato a farmi saltare quando ho parcheggiato la macchina" - LEGGI


L'unico ad avere la chiave per dipanare l'intricata matassa è Salah Abdeslam, che finora ha soltanto ammesso ciò che era da tempo noto, cioè che Abbaoud era l'ideatore della strage di Parigi. Il resto delle sue dichiarazioni appaiono false o contraddittorie, come l'aver negato sia un legame con Abbaoud prima di novembre - i due erano stati arrestati insieme per furto anni fa - sia la conoscenza dei fratelli El Bakraoui, che avevano affittato alcuni dei covi dove si è nascosto dopo novembre. Se Salah parlasse, cosa che per il momento non vuole fare, potrebbe anche chiarire i dettagli del piano di Bruxelles, perché secondo gli inquirenti avrebbe dovuto farne parte, sparando sulla gente con i kalashnikov in strada. Non è un caso che invece abbia deciso di tacere proprio dopo gli attentati, chiedendo di essere consegnato alla Francia, forse proprio per evitare un nuovo capo d'accusa in Belgio. Mentre il cerchio si stringe attorno al gruppo di Bruxelles e Parigi, all'appello del terrore si aggiungono nuovi individui. C'è un altro ricercato, Naim Al Hamed, 28 anni, siriano di Hama. E non sarebbe nella raffica di arresti che la polizia belga ha effettuato. Si cerca Abrini, che con Salah ha trovato i covi di Parigi, si cerca l'uomo con il cappello della foto di Zaventem - la procura non conferma ancora di averlo in mano, come scrive invece Le Soir - e si cerca il secondo uomo della metro di Maalbeek, che ha dato l'ultimo saluto a uno dei fratelli El Bakraoui, assicurandosi che portasse a termine il piano. La caccia agli uomini prosegue senza sosta.



Jihadisti Gb, ora toccherà a Downing Street e Heathrow

VIDEO - I fiori alla metro di Maelbeek

 

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