Dentro all'Holey Artisan Bakery di Dacca al momento dell'attacco dei jihadisti c'erano una decina di italiani. Lo ha detto all'ANSA Gianni Boschetti, un connazionale che si trovava sul posto ma che è riuscito a fuggire nelle prime fasi dell'attacco. "C'erano due tavoli - racconta - uno al quale ero seduto con mia moglie e un cliente, e un altro con altre sette-otto persone".
Nelle prime fasi dell'attacco Boschetti è riuscito a gettarsi fuori dal locale e a salvarsi, ma non ha più saputo nulla della moglie e delle altre persone rimaste all'interno. Ha cercato di andare all'ospedale dove sono stati ricoverati i feriti, ma gli hanno detto che non ci sono italiani tra i feriti. Lo hanno allora portato in un luogo dove pensa che portino le vittime, ma ufficialmente non ha avuto comunicazioni. Boschetti lavora in Bangladesh da 25 anni come grossista di abbigliamento.
Bioni, cuoco veronese fuggito dal tetto - La prontezza di spirito, la fuga sul tetto assieme ai colleghi e l'aiuto di una famiglia di musulmani sono le circostanze che hanno tenuto in vita Iacopo Bioni, cuoco e gelataio veronese, sopravvissuto all'assalto terroristico a Dacca in Bangladesh. "Ieri sera stavo lavorando - racconta lucido ma sotto stress - quando sono entrate queste persone armate". "C'era un tavolo di italiani amici del ristorante, amici miei - ricorda - e stavo cucinando per loro perché ero in sostituzione di un collega e quando ho sentito gli spari io ed un'altro cuoco argentino siamo scappati sul tetto assieme a tutti gli altri ragazzi". Da lì prosegue "nel momento in cui abbiamo sentito gli spari abbiamo capito che stavano salendo da noi, ci siamo buttati giù dal tetto ed abbiamo cominciato a correre e ci siamo sparpagliati in giro". "Io sono stato ospitato da una famiglia bengalese musulmana, dopo che sono entrato in un condominio dove mi è stata aperta la loro porta e sono stato con loro - prosegue Bioni - al sicuro fino a questa mattina". "Questa famiglia di musulmani mi ha dato da mangiare - sottolinea - mi ha fatto lavare, poi hanno sbarrato tutto e chiamato delle guardie e mi hanno ospitato per tutta la notte fino all'una del giorno successivo perché forse uno o due criminali erano scappati ed è per quello che non ho voluto e non mi hanno lasciato uscire prima".