Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Mondo
  1. ANSA.it
  2. Mondo
  3. Nord America
  4. Fbi assolve Hillary su email. Trump, 'sistema corrotto'

Fbi assolve Hillary su email. Trump, 'sistema corrotto'

E' stata estremamente negligente ma non c'e' reato

 (di Anna Lisa Rapana')

L'Fbi assolve Hillary Clinton sul 'emailgate' e spazza via quell'ombra sinistra che incombeva fin dall'inizio sulla campagna della candidata democratica in corsa per la Casa Bianca. Nello stesso giorno in cui il presidente Barack Obama la 'incorona', intervenendo per la prima volta al suo fianco in campagna elettorale esorta a votare per lei e afferma davanti ad una platea in delirio: "Sono pronto a passarle il testimone". Una giornata di svolta che segna l'inizio di una nuova fase per le aspirazioni presidenziali della ex segretario di Stato, 'alleggerita' dal macigno che il rischio di una incriminazione costituiva. L'ultima parola resta al dipartimento di Giustizia, ma e' il direttore dell'Fbi James Comey in persona a scagionala quando nell'annunciare la conclusione dell'inchiesta afferma che "nessun procuratore ragionevole" troverebbe motivo per incriminarla. Nelle parole di Comey non manca però il giudizio per quel comportamento "estremamente negligente" da parte dell'allora segretario di Stato e del suo staff, che pur non costituendo reato rischia di rimanere una 'macchia' difficile da cancellare. Resta l'errore, per cui un qualsiasi funzionario governativo sarebbe andato incontro a sanzioni. Del resto l'agenzia fderale ha tra l'altro constatato che oltre 100 email contenevano "informazioni classificate" mentre non è escluso che "elementi ostili" abbiano avuto accesso alle mail personali dell'allora segretario di stato. Comey ha voluto poi rimarcare con forza l'assoluta indipendenza con cui l'iter dell'inchiesta è stato portato a termine e le conclusioni sono state elaborate. Nessuna consultazione con il dipartimento di Giustizia quindi, nessuna comunicazione preventiva, nessun contatto 'politico', ha garantito il capo del Bureau. Scontrandosi - come prevedibile - con i sospetti di chi di Hillary si fida poco. Il rivale repubblicano Donald Trump in testa, che ha subito additato il "sistema corrotto". Ma anche il più moderato speaker della Camera Paul Ryan, secondo cui l'annuncio sfida ogni spiegazione e ne richiede quindi ulteriori: "Nessuno dovrebbe essere sopra la legge", ha affermato. Che l'annuncio dell'Fbi ci sarebbe stato a breve e prima della convention democratica era quasi dato per scontato, qualche indiscrezione lo aveva fatto trapelare dopo che Hillary Clinton sabato si era recata volontariamente al quartier generale dell'Fbi a Washington per un interrogatorio durato tre ore e mezza. E dopo che la responsabile della Giustizia, Loretta Lynch, era stata costretta a chiarire il suo ruolo nell'inchiesta in seguito alle polemiche innescate da un breve incontro, pur informale e non programmato, con l'ex presidente Bill Clinton che, una scivolata da parte di entrambi, ha gettato un'ombra sull'inchiesta dell'agenzia federale. Le accuse di ingerenza erano state anche al centro dei pensieri della Casa Bianca e del presidente Barack Obama nei giorni scorsi. Oggi pero' nemmeno una parola sul palco di Charlotte. In North Carolina Hillary Clinton e Barack Obama sono arrivati insieme a bordo dell'Air Force One, un'immagine forte come insieme ad indicare l'inizio di quest'ultimo tratto di viaggio verso la Casa Bianca. E Obama non ha deluso le aspettative: dallo scandire il nome della candidata guidando i cori della platea ("Hillary, Hillary!"), alla sua dichiarazione di fiducia per quella che ha definito una "grande segretario di Stato", una persona che "come nessuno e' qualificata per questo incarico", ha detto. "La mia fiducia in lei e' stata sempre ripagata", ha assicurato, lodando il percorso e l'operato di Hillary Clinton. Fino all'appello a chiare lettere: "Sono qui perchè credo in Hillary Clinton e vi chiedo di votarla come prossimo presidente degli Stati Uniti" mettendo il suo sigillo definitivo sulla candidatura. E incoronandola per succedergli alla Casa Bianca: "Sono pronto a passare il testimone a Hillary".

 

        RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

        Video ANSA



        Modifica consenso Cookie