Lo sgombero delle strutture dell'avamposto illegale ebraico di Amona in Cisgiordania da parte delle forze di sicurezza israeliane è stato completato. Resta al momento, secondo la polizia, soltanto la sinagoga dove al suo interno sono asserragliati dozzine di residenti che rifiutano di lasciare il luogo e che gli agenti si apprestano a far allontanare. Dalli'inizio dell'operazione, secondo dati delle forze di sicurezza, sono stati 24 gli agenti feriti leggermente, le persone arrestate 13 e 800 i giovani manifestanti allontanati.
L'esercito mercoledì ha dato un ultimatum agli abitanti per lasciare Amona che è stata dichiarata zona militare chiusa. Da stanotte sono affluiti sul posto centinaia di giovani per dare mano forte ai residenti di Amona (in tutto circa 40 famiglie) nel resistere all'ordine di evacuazione.
Amona si trova nei pressi dell'insediamento di Ofra a non molta distanza da Gerusalemme. La Corte Suprema, dopo una lunga battaglia legale, ha deciso per lo sgombero del posto che è costruito su terra palestinese privata. Il governo ha poi raggiunto un accordo per ricollocare le famiglie in un altro luogo ma i terreni devono ancora essere individuati e la Corte si deve ancora pronunciare sulla validità dell'accordo con gli abitanti dell'avamposto. Ad Amona è presente anche il ministro dell'agricoltura Uri Ariel del partito 'Focolare ebraico' vicino al movimento dei coloni. Un deputato dello stesso partito Bezalel Smotrich, citato dai media, ha definito lo sgombero "come un brutale stupro" ai danni dei residenti e per questo è stato criticato dall'opposizione.