Dopo l'incontro di ieri con il console italiano e con un avvocato egiziano, il giornalista Gabriele del Grande ha "ricominciato a bere ma rifiuta di assumere vitamine". E' quanto rende noto l'avvocato Alessandra Ballerini, aggiungendo che "Gabriele chiede, come ribadito anche nella telefonata che ha potuto effettuare con la compagna Alexandra D'Onofrio, di essere liberato e tornare a casa. Ad oggi infatti non sono note le ragioni del protrarsi del suo trattenimento né i motivi del ritardo del suo rimpatrio verso l'Italia".
"L'incontro di Gabriele Del Grande con il console e l'avvocato ha già avuto luogo. Gabriele ha avuto anche l'opportunità di incontrare da solo il proprio avvocato", ha riferito il ministro degli Esteri Angelino Alfano alla Farnesina. "Ci risulta che Gabriele stia bene - prosegue il ministro - sta facendo uno sciopero della fame nutrendosi solo di liquidi. Ha comunque l'assistenza di un medico che io ho richiesto e
ottenuto dalle autorità turche". Il colloquio si è svolto nel centro di detenzione amministrativa di Mugla, sulla costa egea della Turchia, dove è trattenuto il blogger toscano, fermato il 9 aprile al confine con la Siria.
Del Grande: legale turco all'ANSA, detenzione illegale - "Non ci è stata data alcuna informazione su eventuali capi di imputazione nei confronti di Gabriele. La sua detenzione è del tutto illegale. Non c'è nessun impedimento giuridico al rimpatrio, è un provvedimento punitivo", ha detto all'ANSA l'avvocato turco di Gabriele Del Grande, Taner Kilic, dopo averlo incontrato con la delegazione consolare nel centro di detenzione di Mugla. "Abbiamo chiesto di vedere il suo dossier, ci è stato negato. Al momento, il direttore del centro non ha nessuna informazione riguardo a una sua possibile espulsione".
Dopo 11 giorni di fermo in Turchia, dunque, si apre uno spiraglio nella vicenda del documentarista e giornalista toscano, fermato dalle autorità turche durante un controllo al confine con la Siria e da allora senza alcun contatto con l'esterno, salvo una breve telefonata martedì alla famiglia, in cui ha anche annunciato l'avvio di uno sciopero della fame.
Al momento, la situazione di Del Grande resta incerta, senza alcuna "accusa formalizzata nei suoi confronti", come ribadito dal presidente della Commissione diritti umani, Luigi Manconi. A spingere per la sua liberazione è stato ieri anche il capo del governo, Paolo Gentiloni, spiegando di seguire il dossier con la Farnesina. "Spero che il problema sia rapidamente risolto. È solo un esempio del fatto che abbiamo bisogno di un impegno su un processo inclusivo" di tutta la popolazione turca, nel "rispetto dei diritti fondamentali", ha detto il premier da Washington.
Nelle scorse ore è intervenuta anche l'Alto rappresentante di Bruxelles per la politica estera, Federica Mogherini: "Ci siamo coordinati con le autorità italiane fin dal primo momento, come facciamo in casi simili in cui la responsabilità principale è dello stato membro. L'Ue si è attivata per sostenere l'azione dell'ambasciatore italiano ad Ankara, che oltretutto ho sentito nei giorni scorsi, per sostenere l'azione della Farnesina e del governo italiano rispetto alle autorità turche. Questo sta già accadendo in modo discreto ma, spero, produttivo".
Un nuovo appello per Del Grande è giunto anche dal presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani, che avvisa: "La Turchia deve rispettare la libertà di stampa se vuol far parte dell'Unione europea". Della vicenda, continuano a occuparsi costantemente le autorità diplomatiche italiane in Turchia. Anche oggi, una delegazione consolare si è recata a Mugla, tenendo alta l'attenzione sulla vicenda e ricevendo nuove rassicurazioni sulle condizioni di salute di Del Grande.
Ma l'ansia dei familiari è forte. "Spero che nell'arco della prossima settimana torni a casa", ha detto il padre Massimo, dicendosi "preoccupato" per lo sciopero della fame annunciato dal figlio: "Non è stato arrestato, le autorità turche lo hanno fermato. È chiuso in una cella, ogni giorno viene interrogato. Questo ci sembra un fatto abbastanza grave". Prosegue anche la mobilitazione in tutta Italia. Iniziative di solidarietà si sono svolte da Bolzano a Palermo, mentre sul web la catena di amici e sostenitori di Del Grande continua a promuovere la campagna per il suo rilascio con l'hastagh #iostocongabriele.