Trentanove anni, una carriera di enfant prodige alle spalle ma pochissima esperienza politica. Emmanuel Macron, il presidente più giovane della storia della repubblica francese, arriva all'Eliseo senza partiti in sella alla sua creatura 'En Marche!' dopo aver rottamato in pochi mesi un sistema che sembrava immutabile, quello dell'alternanza destra gollista-gauche socialista. "Sarò un uomo libero", ha promesso l'ex banchiere Rotschild, ex consigliere di Francois Hollande all'Eliseo, ex ministro dell'Economia. L'uomo che ha messo fine al vecchio bipolarismo della Quinta Repubblica vuole una Francia "forte e solidale", non vuol sentir più parlare di disfattismo ma soprattutto ha sempre tenuto alta - rischiando grave impopolarità - la bandiera dell'appartenenza all'Europa. Non da rinnegare, ma anzi da rafforzare. "Non ha un partito alle spalle che lo sostiene", "non ha la stoffa del politico", "non ha carisma": una dopo l'altra, queste affermazioni si sono sgretolate mentre Macron costruiva il suo personaggio, che dai corridoi ovattati dell'alta finanza ha saputo dare il meglio anche nelle arene più infuocate. "Lo sentite il mormorio della primavera? Domenica vinceremo e sarà l'inizio di una nuova Francia", ha detto in uno dei suoi ultimi comizi, fra invettive e atteggiamenti da guru. Il suo capolavoro: aver giocato in contropiede nel dibattito tv, distruggendo un osso duro come Marine Le Pen e facendo apparire evidenti le sue approssimazioni.
Dopo l'attentato sugli Champs-Elysees si è detto "pronto a proteggere i francesi". Forse anche per rassicurare su quelli che per lungo tempo sono stati indicati come i suoi punti deboli, difesa e sicurezza, Macron si è mostrato spesso al fianco del ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, in pole per un posto importante nel suo governo. Ai connazionali ha promesso "un'alternativa profonda". Prima segretario generale di Hollande, poi suo ministro dell'Economia, il 'rottamatore' con il pallino delle riforme ha fondato il suo movimento, 'En Marche!', poco più di un anno fa, nel marzo 2016, per poi dimettersi a sorpresa dall'esecutivo socialista e candidarsi all'Eliseo. Nella fulminea carriera che lo ha portato ai vertici, non era mai passato per uno scrutinio, prima del doppio turno che lo ha incoronato presidente.
Durante la lunga campagna elettorale, pesi massimi del governo socialista come l'ex premier Manuel Valls e alla fine anche il presidente Francois Hollande sono passati con lui. L'enfant prodige di Amiens sposato con Brigitte, la sua ex insegnate di scuola di 25 anni più grande di lui della quale tanto si è scritto, promette una società più aperta e flessibile, lontana da corporativismi e privilegi del passato, in grado di rispondere alle sfide globali. La sua convinzione è che occorre superare gli steccati ideologici e la vecchia dicotomia destra/sinistra che frenano il rilancio e la creazione di posti di lavoro.