Il presidente della commissione europea, Jean-Claude Juncker, si augura che il risultato delle elezioni britanniche non causi ulteriori ritardi nei negoziati sulla Brexit. Lo ha detto nel corso di un incontro sulla sicurezza a Praga.
"Noi abbiamo bisogno di un interlocutore stabile, tra qualche giorno si apriranno le negoziazioni ufficiali" per la Brexit "e abbiamo bisogno di avere un governo che non sia preoccupato di andare a cercare voti, quindi che non abbia le elezioni davanti a sé". Lo afferma, a margine del 47/o convegno dei Giovani di Confindustria, il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani, commentando i risultati del voto in Gran Bretagna.
"I britannici hanno notificato il 29 marzo 2017 la loro volontà di uscire dall'Ue, da allora è in vigore una scadenza di due anni, e su questo non cambia nulla". Lo ha detto la viceportavoce del governo tedesco Ulrike Demmer, in conferenza stampa a Berlino, rispondendo a una domanda sull'esito delle elezioni in Gran Bretagna. "Speriamo che le trattative comincino velocemente, perché ci sono soltanto due anni di tempo", ha aggiunto.
"Non è stato un referendum-bis, la Brexit si farà", ma il risultato del voto britannico "cambierà forse un certo numero di cose. Ci sarà senza dubbio un impatto sullo spirito dei negoziati, sul dato politico, ma l'apertura dei negoziati non è in discussione". Lo ha detto il commissario europeo agli affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, ai microfoni di Europe 1, ribadendo che le trattative si terranno "su una base ferma, ma amichevole".