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  3. May a deputati, 'vi ho cacciato ne guai, ve ne tirerò fuori'

May a deputati, 'vi ho cacciato ne guai, ve ne tirerò fuori'

Premier incontra 'peones', 'resto fin quando mi volete'

"Io vi ho cacciato in questo guaio, io ve ne tirerò fuori". Theresa May ha fatto ammenda davanti al 'gruppo del 1922', i parlamentari Tory senza incarichi di governo, che ha incontrato oggi a Westminster. "Resterò in carica fin quando mi vorrete", ha aggiunto la premier parlando con i 'peones', zoccolo duro del suo partito.

Un governo più orientato verso una "soft Brexit", o forse no. Non é unanime la stampa britannica nel valutare gli equilibri della nuova compagine formata da Theresa May per cercare di rimanere in sella dopo il deludente risultato elettorale Tory delle elezioni di giovedì 8. Una compagine nella quale i ministri euroscettici sono stati tutti confermati in posizione chiave, e anzi rafforzati dal ritorno di Michael Gove, brexiter di punta nella campagna referendaria di un anno fa, e dalla promozione a leader del Partito Conservatore alla Camera dei Comuni di Andrea Leadsom. Ma in cui non mancano esponenti più moderati che, secondo SkyNews, intendono spingere la premier ad abbandonare la linea di una "Brexit ideologica" seguita finora e a svoltare verso una "Brexit pragmatica". Il Times crede che sia quest'ultima la posizione destinata a prevalere e indica come possibile tessitore il ministro Damian Green, un pragmatico molto vicino a May elevato al rango di primo segretario di Stato, di fatto una sorta di vicepremier. Il Telegraph al contrario interpreta il recupero di Gove come una mossa del primo ministro per "puntellare il sostegno alla hard Brexit" e salvare la sua leadership. Una leadership che peraltro resta "in bilico" per il Guardian come per il Financial Times, e il cui destino potrebbe essere deciso già in un imminente incontro fra May e il gruppo parlamentare Tory: diviso su molte cose tranne che sul generale malumore nei suoi confronti.

Davis ammette, programma cambierà dopo flop voto - Alcuni parti del manifesto elettorale dei conservatori britannici dovranno essere "tagliate" dal programma di governo dopo il flop alle elezioni dell'8 giugno. Ad ammetterlo è il ministro per la Brexit David Davis, uno dei cinque big riconfermati nell'esecutivo di Theresa May. Parlando con la Bbc radio, Davis ha spiegato che i Troy "hanno avuto delle indicazioni dal popolo britannico che non possono essere ignorate". Questo vuol dire, ha aggiunto, "che alcune parti del programma saranno tagliate..". Alla domanda se tra queste ci fosse la ormai famigerata 'tassa sulla demenza' il ministro per la Brexit ha ribattuto: "Non mi metterò a tagliare il programma in diretta". "La gente ha preso una decisione e dobbiamo rispettarla, siamo democratici", ha concluso.

Davis, negoziati non inizieranno lunedì 19 - I negoziati sulla Brexit potrebbero non iniziare lunedì 19, come previsto, perche' quello è il giorno dedicato al 'discorso della Regina', il tradizionale intervento della sovrana che dà inizio all'anno parlamentare. Lo ha dichiarato a Skynews il ministro per la Brexit David Davis. I colloquio con Bruxelles dovrebbero comunque iniziare la prossima settimana ha aggiunto lasciando intendere che il governo di Londra è ora disponibile a discutere prima quanto la Gran Bretagna dovrà sborsare alle casse europeo una volta fuori dall'Unione e poi un accordo commerciale. Fino a oggi l'esecutivo di Theresa May aveva sempre detto che le due questioni dovevano essere negoziati contemporaneamente.

 

 

 

 

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