Nuovo altolà dell'Austria sul fronte migranti. "Se il numero dei migranti illegali verso l'Austria aumenta ancora - ha detto il ministro dell'Interno austriaco Wolfgang Sobotka alla Bild - chiudiamo il confine al Brennero. Nel giro di 24 ore possiamo chiudere il confine e realizzare controlli severi con i nostri soldati". "La cooperazione fra sedicenti soccorritori e la mafia dei trafficanti deve finire", ha aggiunto. "Dobbiamo impedire che sedicenti soccorritori entrino nelle acque territoriali della Libia e prendano i profughi direttamente dai trafficanti", aggiunge. L'obiettivo di Sobotka è "chiudere la rotta del Mediterraneo e porre una fine al traffico con le barche dal Nordafrica, già nelle acque territoriali della Libia".
"La cooperazione fra sedicenti soccorritori e la mafia dei trafficanti - aggiunge - deve finire". "Dobbiamo impedire che sedicenti soccorritori entrino nelle acque territoriali della Libia e prendano i profughi direttamente dai trafficanti", aggiunge. L'obiettivo di Sobotka è "chiudere la rotta del Mediterraneo e porre una fine al traffico con le barche dal Nordafrica, già nelle acque territoriali della Libia".
La replica italiana non tarda ad arrivare. L'Italia - dice al telefono con l'ANSA il vice ministro agli Esteri Mario Giro - non ha "nessuna intenzione di compiere mosse unilaterali" sulla crisi dei migranti ma Vienna deve "abbassare i toni" perché non si possono mettere a rischio i rapporti tra gli Stati a causa di "polemiche pre-elettorali" (in Austria si vota il 15 ottobre, ndr). Giro, che spiega di parlare "a nome del governo", definisce inoltre "surreali" le minacce sul Brennero: "Non c'è nessun aumento del numero dei migranti, come loro stessi hanno dichiarato più volte".
"Ho già sentito la minaccia e non è successo nulla. La politica non si porta avanti con le minacce - dice la presidente della Camera Laura Boldrini - che non risolvono i problemi, nè con le chiusure o con i militari. E' deprimente". "Nel 2030 - spiega Boldrini - la Nigeria, che oggi ha 200 milioni di abitanti, sarà più popolosa degli Usa. E' miope pensare di risolvere il problema così, con chiusure e carri armati. Queste misure accendono solo la paura, alzano l'asticella della disumanità ed aumentano la tensione ed il conflitto sociale. La soluzione non sono le chiusure, i carri armati, l'interdizione ai porti o lo sbarramento nelle acque libiche, il che è inutile e contrario al diritto internazionale. Bisogna lavorare al sistema della relocation".