"Il Giro d'Italia cede al ricatto" rimuovendo l'aggettivo 'Ovest' dalla denominazione 'Gerusalemme Ovest'. Lo afferma l'ambasciata di Palestina in Italia esprimendo rammarico "per l'evidente politicizzazione" del Giro. "Cedendo alle pressioni politiche di Israele, gli organizzatori - afferma l'ambasciata - assecondano una pretesa di annessione condannata da risoluzioni Onu, assumendosi una responsabilità politica che non solo non compete loro, ma che differisce dalla posizione politica della comunità internazionale, compresa l'Italia".
Il Giro toglie 'Gerusalemme Ovest', Israele soddisfatto
La gara partirà da lì, il governo aveva minacciato il forfait
(di Aldo Baquis)
Incidente diplomatico tra Israele e il Giro d'Italia, alla fine rientrato con soddisfazione di tutti. Una controversa dicitura, che nelle pubblicazioni ufficiali del Giro indicava in 'Gerusalemme ovest' il punto di partenza dell'edizione del 2018, ha provocato ieri sera una secca reazione di protesta del governo israeliano, che considera la città la propria capitale unificata. Oggi, dopo una serie frenetica di contatti, gli organizzatori hanno precisato che la partenza della prima tappa, una cronometro individuale, avverrà da 'Gerusalemme', punto. E il governo di Benyamin Netanyahu se n'è immediatamente "felicitato". La minaccia di un clamoroso forfait israeliano della gara - peraltro molto attesa nel paese, sia dal pubblico sportivo sia dalle autorità - è così rientrata con la stessa rapidità con cui si era manifestata. Ancora ieri, in dichiarazioni alla stampa, l'ambasciatore d'Israele in Italia Ofer Sachs aveva detto: "Siamo estremamente eccitati per l'evento. E' il regalo migliore che il popolo d'Israele poteva farsi per il 70esimo anniversario della nascita della Nazione. La Grande Partenza sarà un'occasione unica e avrà un significato chiaro: creare ponti". Ma poco dopo, con la diffusione sul web del programma, la dicitura 'Gerusalemme ovest' ha innescato la reazione negativa del governo israeliano.
"Gerusalemme - hanno tuonato i ministri Miri Regev (Cultura e Sport) e Yariv Levin (Turismo), entrambi del Likud - è la capitale di Israele. Non c'è Est e Ovest: c'è una sola Gerusalemme, unificata". Quella pubblicazione rappresentava una "infrazione" alle intese con gli organizzatori. Se non fosse stata corretta, Israele avrebbe disertato l'evento. Un giornale vicino al governo, Israel ha-Yom, in un articolo allarmato in cui riferiva che "Il Giro in Israele rischia di essere annullato", ha riferito che sulla vicenda è stato consultato anche il ministero per le questioni strategiche. Nell'analisi maturata ieri a Gerusalemme si era giunti alla persuasione che "pressioni di elementi filo-palestinesi, volti ad evidenziare che Gerusalemme est non sarebbe parte di Israele" erano all'origine della precisazione della partenza del Giro da 'Gerusalemme ovest'. Se la dicitura non fosse stata corretta, ha precisato il giornale, Israele avrebbe annullato i finanziamenti e revocato la propria partecipazione.
La tensione si è comunque placata oggi quando RCS Sport ha chiarito che "la dicitura Gerusalemme Ovest è stata rimossa da ogni materiale legato al Giro d'Italia". Si trattava di materiale tecnico, è stato spiegato, "privo di valenza politica". La soddisfazione dei ministri Regev e Levin è stata immediata: "Ce ne felicitiamo e attendiamo a giorni l'arrivo dei dirigenti e degli organizzatori del Giro per mettere a punto il tracciato, che come previsto partirà dalla Torre di Davide e dalla porta di Jaffa": fino al 1967 vi passava la linea di demarcazione che separava il settore di Gerusalemme sotto dominio giordano da quello israeliano.