Componeva e suonava, ispirata dalle musiche di tutto il mondo. E per condividere la sua arte con il resto del mondo sognava da tempo di girare il pianeta. Ma l'avventura che la 25enne musicista e produttrice messicana Maria Trinidad Mathus Tenorio voleva intraprendere da sola, si è brutalmente interrotta alla prima tappa del suo sogno, su una spiaggia del Costa Rica, dove è stata violentata e uccisa. Appena partita, a fine luglio, aveva postato un messaggio pieno di entusiasmo: "Oggi inizia il mio viaggio dopo tanto tempo in cui ho sognato di girare il mondo tutta sola". Poi la prima tappa, il Costa Rica: "E' arrivato il momento della natura piena. Costa Rica, vita pura". Pura e intensa, come l'emozione di passeggiare sulla spiaggia sferzata dall'oceano, all'alba: un'emozione che le è stata fatale. Il suo cadavere, lambito dalle onde sul bagnasciuga, è stato trovato una settimana fa sulla spiaggia del Carmen, a Santa Teresa del Cobano, sull'Oceano Pacifico.
I suoi aguzzini, dopo averla minacciata e violentata, l'hanno trascinata in mare e affogata: una sorte che poteva toccare anche a una ragazza britannica, con cui Maria aveva fatto amicizia in viaggio, che invece è riuscita a divincolarsi da quel gruppo di uomini - forse due - che volevano rapinarle: minacciosi, sessualmente aggressivi e violenti. L'amica britannica è riuscita ad allertare un uomo della sicurezza, ma sono trascorse ore prima che il mare riportasse a riva il corpo di Maria. Che, pure essendo figlia di un Paese come il Messico, in cui le donne vittime di violenza e femminicidio non si contano più, aveva scelto l'avventura in solitaria. "Viaggiare da sole non dovrebbe essere un pericolo", è stata la reazione dei suoi amici sui social network, ripresa dal movimento femminista latinoamericano 'Ni una menos' (Nemmeno una di meno) e rimbalzato in tutto il mondo sui social e sui media. Come è rimbalzata la notizia di una veglia e della 'Marcha en blanco", piena di rabbia e commozione, celebrata la scorsa notte con la presenza - stando ai media locali - di centinaia di persone, locali e straniere, sulla spiaggia di Santa Teresa, con un disperato messaggio audio della mamma di Maria. Le spoglie di Maria sono state restituite alla famiglia in Messico e nel frattempo la polizia costaricana ha fermato due uomini sospetti, uno dei quali - fa sapere il quotidiano The Costa Rica Star - è stato rilasciato per mancanza di prove. Al secondo sospetto, che alcuni media dicono essere stato percosso dalla folla al momento del fermo, sono stati comminati tre mesi di custodia cautelare.