'Sanctions are coming', le sanzioni sono in arrivo. Con un messaggio su Twitter a metà strada tra la finzione e la realtà Donald Trump si immagina una personaggio della serie televisiva 'Trono di Spade' per annunciare il ripristino di tutte le sanzioni Usa contro l'Iran. Nel tweet il presidente condivide una foto di stesso con il testo appunto 'le sanzioni sono in arrivo' e sotto la data 5 novembre usando lo stesso carattere di Trono di Spade. La frase e' un adattamento della citazione 'Winter is Coming' (l'inverno e'in arrivo) usata nella serie per descrivere una stagione lunga e fredda senza una chiara fine. Il 5 novembre e' la data in cui le sanzioni entreranno in vigore.
Stavolta ad essere colpito è il cuore dell'economia dell'Iran. La nuova stretta Usa annunciata dall'amministrazione Trump è pronta ad entrare in vigore lunedì 5 novembre, alla vigilia delle elezioni di metà mandato. Si abbatterà sopratutto su petrolio e banche. Questo nel tentativo di tagliare le gambe al governo di Teheran, anche se la Casa Bianca continua a ripetere che l'obiettivo non e' quello di rovesciare il regime. Mentre la repubblica degli ayatollah minimizza: "Nessuna preoccupazione", afferma un portavoce del ministro degli esteri Javad Zarif. Saranno otto però i Paesi che potranno continuare a importare petrolio iraniano senza incorrere a loro volta nelle sanzioni Usa, e tra questi - secondo quanto riporta l'Associated Press citando fonti ufficiali americane - potrebbe esserci anche l'Italia, insieme ad altri Paesi alleati come Giappone, Corea del Sud, India. La lista potrebbe poi comprendere anche stati come la Cina e la Turchia. Mentre nessun altro Paese europeo dovrebbe godere dell'esenzione: uno schiaffo al Vecchio Continente che sul dossier Iran continua ad esprimere fortissime critiche sulla linea dura dell'amministrazione Trump. Ad essere ripristinate in pratica saranno tutte le sanzioni che erano state congelate con lo storico accordo sul nucleare del luglio 2015, fortemente voluto da Barack Obama e firmato anche da Europa, Russia e Cina. Un colpo di spugna, dunque, su tutto il lavoro diplomatico e politico svolto negli anni scorsi per rompere l'isolamento di Teheran e fermare le sue ambizioni atomiche. Ma per Donald Trump, che nel maggio scorso ha ritirato gli Usa da quell'intesa anche a costo di rompere con gli alleati, l'Iran è tornato ad essere uno 'stato canaglia'. E la linea della 'tolleranza zero' andrà avanti fino a che - sostiene la Casa Bianca - la repubblica islamica non smetterà di sostenere il terrorismo, di destabilizzare la regione mediorientale (vedi la Siria e lo Yemen) e di andare avanti con i suoi programmi nucleare e missilistico. Tutti fatti più volte smentiti da Teheran e contestati soprattutto da Bruxelles e dalle principali capitali europee.