Il presidente russo Vladimir Putin ed il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, hanno confermato la loro presenza alla Conferenza di Berlino sulla Libia, in programma domenica prossima. E mentre la Germania mette le mani avanti sottolineando che l'incontro non "risolverà tutti i problemi", Mosca auspica che anche il Consiglio di sicurezza della Nazioni Uniti appoggi e sostenga l'iniziativa.
Il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, rispondendo ad una domanda in una conferenza stampa ha tenuto a precisare che non è l'Italia "ad aver fatto errori" nella crisi libica, dato che l'errore principale è stato compiuto nel 2011 quando la Nato decise di bombardare la Libia e l'Italia "non era tra i Paesi che hanno spinto per questa soluzione". "Ora quel che serve - ha aggiunto - è unire i libici e non è facile dato che Haftar e Sarraj non riescono nemmeno a stare nella stessa stanza", ha detto Lavrov aggiungendo che vedrà Di Maio per un incontro la mattina della conferenza di Berlino.
"Il risultato della conferenza di Berlino - ha fatto sapere l'Ue - dipende prima di tutto" dalla volontà che i principali attori coinvolti "nel conflitto in Libia concordino su un cessate il fuoco e a proseguire i negoziati politici. Saremo lì per dare sostegno in qualsiasi modo possiamo. La presenza forte dell'Ue alla conferenza è un segnale chiaro che la Libia è una priorità per l'Unione", ha spiegato una portavoce della Commissione Ue, annunciando che la presidente Ursula von der Leyen sarà al vertice con l'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell ed il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. "L'Ue è determinata a giocare un ruolo forte e attivo a tutti i livelli per contribuire a raggiungere e mantenere un cessate fuoco duraturo e aprire la strada ad una soluzione politica", ha aggiunto. Resta congelata invece l' ipotesi si una missione Ue nel Paese: "Per come stanno le cose, ci sono ancora troppe incertezze per dire dove andiamo, e per saltare in una direzione o in un'altra. E' meglio se ci torniamo dopo la conferenza di Berlino", hanno fatto sapere fonti europee.
"Stiamo inviando le nostre truppe" in Libia "per sostenere la pace", ha invece annunciato ieri il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, illustrando le linee di politica estera nel suo discorso programmatico di inizio anno.
Intanto, Haftar conferma a Mass che sarà a Berlino. Il generale ha informato il il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas del proprio assenso a partecipare alla conferenza di Berlino: lo riferisce in un tweet l'emittente Al Hadath, della catena di Al Arabiya, citando proprie fonti. La saudita al-Arabiya già due giorni fa aveva riferito che Haftar aveva deciso di accettare l'invito a partecipare alla conferenza internazionale sulla Libia in programma domenica nella capitale tedesca.
Anche Fayez al-Sarraj ha accettato l'invito. Un post della pagina Facebook del Governo di accordo nazionale (Gan) libico conferma che il premier libico parteciperà alla conferenza di Berlino. "Sarraj: assisteremo a Berlino per comunicare il nostro messaggio", è scritto nel post che dà conto di un incontro avuto dal premier ieri sera con "leader politici e militari". Sempre ieri il Gan aveva annunciato che Saraj aveva ricevuto un "invito ufficiale" alla conferenza di Berlino da parte del ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas.
Intanto, per affrontare il dossier libico in vista della conferenza di Berlino si è recato ad Algeri il presidente del Consiglio. Incontro di Giuseppe Conte con il premier algerino Abdelaziz Djerad. Nel pomeriggio il premier in visita all'ambasciata italiana. In Algeria sono presenti circa 180 imprese italiane.
L'Italia è pronta a rimodulare la sua presenza in Libia nell'ambito di una missione europea sotto l'egida dell'Onu. E intende giocare un ruolo chiave anche alla conferenza di Berlino, dopo il nulla di fatto a Mosca che ha dimostrato come sul dossier libico nessun Paese può pensare di "risolvere il problema da solo". A pochi giorni dal summit fissato per domenica nella capitale tedesca, la diplomazia italiana lavora senza sosta e punta a recuperare quel ruolo che sembrava essergli sfuggito di mano e che aveva convinto le opposizioni a chiedere al governo di riferire su quanto accaduto. Conte è stato ascoltato dal Copasir mentre i ministri degli Esteri e della Difesa Luigi di Maio e Lorenzo Guerini hanno riferito ai parlamentari sulle prossime mosse che il Governo intende compiere sul delicato dossier. I recenti avvenimenti in Libia, ha detto Guerini, "ci impongono una riflessione su una possibile rimodulazione del nostro sforzo militare. Si potrebbe ipotizzare un intervento internazionale per dare solidità alla cornice di sicurezza, nel rispetto di un'eventuale richiesta di supporto avanzata alla comunità internazionale".