Guerra di provvedimenti giudiziari in Brasile: la nomina a ministro dell'ex presidente, Luiz Inacio Lula da Silva, è stata sospesa di nuovo, stavolta da un giudice federale di Assis, nell'area di San Paolo. L'ordinanza provvisoria - la terza accolta da ieri - è arrivata a poche ore di distanza dall'annullamento, in appello, di altre due decisioni di sospensione emesse in primo grado. L'avvocatura dello Stato ha annunciato che presenterà, di nuovo, immediato ricorso.
In Brasile intanto la tensione è altissima tra la popolazione contro l'incarico di governo a Lula, da molti considerato un escamotage dell'ex presidente operaio per sfuggire alla giustizia che lo ha coinvolto nell'inchiesta Lava Jato, la Mani Pulite del Brasile. Tafferugli tra manifestanti a favore e contro l'attuale esecutivo sono a Brasilia, davanti alla sede della presidenza della Repubblica, e protesta anche per le vie di San Paolo. Immagini televisive hanno mostrato cortei spontanei in varie altre città del Paese.
Nella notte alcune migliaia di persone hanno bloccato l'avenida Paulista, il salotto buono di San Paolo, scandendo slogan contro Lula e Dilma. Analoghe manifestazioni a Brasilia, davanti al palazzo presidenziale di Planalto, e a Rio de Janeiro.
Le proteste sono esplose dopo la pubblicazione da parte del giudice Sergio Moro, simbolo dell'inchiesta 'Lava Jato', la Mani Pulite brasiliana, di un'intercettazione telefonica tra Lula e Rousseff, in cui la presidente avvisa Lula che sta per inviargli il decreto di nomina ministeriale, da usare "in caso di necessità". Secondo Moro, ciò dimostrerebbe che la nomina di Lula è stata fatta per ostacolare la giustizia.