Evo Morales, che da domenica non è più a La Paz e ha fatto sapere di aver trovato rifugio nella zona del Cochabamba, è tornato a parlare via twitter, attaccando Luis Fernando Camacho, il leader del movimento dei comitati civici che ha portato alle dimissioni di Morales, e Carlos Mesa l'ex presidente della Bolivia ora leader del partito Comunidad Ciudadana. Sono, ha scritto, due "cospiratori" e "passeranno alla storia come razzisti e golpisti". "Il mondo e i patrioti boliviani - ha aggiunto - ripudiano il colpo di stato".
Anche per la Russia si è trattato di un "colpo di Stato".
"Stiamo esortando tutti a mantenere la calma e speriamo che la situazione in Bolivia si risolva nel quadro della legge". Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. "Naturalmente speriamo che i boliviani abbiano l'ultima parola nel loro destino senza l'interferenza di paesi terzi", ha aggiunto Peskov sottolineando che Evo Morales "non ha richiesto asilo alla Russia". "Non ci sono stati contatti tra il Cremlino e Morales o i suoi rappresentanti", ha precisato Peskov, citato dalla Tass.
Nel frattempo il generale Yuri Calderón ha presentato le sue dimissioni da comandante nazionale della polizia della Bolivia. Lo riporta il sito del quotidiano El Deber. Le dimissioni giungono dopo una serie di critiche dall'interno dell'istituzione stessa e da settori della popolazione che lo considerano schierato con il governo di Evo Morales. Ruddy Uria, direttore dell'unità di comunicazione della polizia boliviana, ha confermato che lo Stato maggiore ha chiesto a Calderón di dimettersi e si attende ora la nomina di un nuovo capo ad interim della polizia. Uria ha invitato tutti gli agenti a rispettare l'ordine costituzionale di fornire sicurezza alla popolazione boliviana, sottolineando che saranno organizzati gruppi per riportare l'ordine a La Paz e in tutto il Paese.
Calderón aveva in precedenza affermato che nessun mandato di arresto contro il presidente Evo Morales è stato emesso. "La polizia boliviana non può emettere mandati di cattura", ha detto in un'intervista al canale Unitel. "È un potere del Pubblico Ministero ordinare mandati di arresto, la polizia boliviana li esegue solamente. E voglio far sapere alla popolazione boliviana che non esiste un mandato di arresto contro funzionari statali come Evo Morales e i suoi ministri", ha sottolineato.
Per Luis Fernando Camacho, leader indiscusso del movimento dei comitati civici che ha portato alle dimissioni di Morales, invece, "è confermato! Esiste un ordine di cattura per Evo Morales!". Via twitter, il presidente del 'Comité pro Santa Cruz', ha aggiunto che "la polizia ed i militari lo stanno cercando nel Chapare, luogo dove si è nascosto". "I militari - ha infine detto - gli hanno tolto l'aereo presidenziale e lui è nascosto nel Chapare, e lo cercano! Giustizia!". In un secondo tweet Camacho ha ringraziato "i movimenti sociali e le popolazioni indigene che ci hanno appoggiato in questa lotta". La nostra lotta, ha concluso, "non è con le armi ma con la fede".
Sono stati intanto arrestati María Eugencia Choque, ex presidente del Tribunale supremo elettorale della Bolivia, e Antonio Costas, ex vicepresidente, con l'accusa di brogli nelle elezioni generali del 20 ottobre. Lo riporta il sito del quotidiano El Deber. I due, che avevano già rassegnato le dimissioni, stavano cercando di lasciare La Paz, ha riferito il comandante della polizia boliviana, Yuri Calderón, aggiungendo che 36 autorità elettorali dei dipartimenti di La Paz, Santa Cruz, Sucre, Pando, Tarija, Oruro, Pando e Beni sono state arrestate a livello nazionale.
Il Messico ha annunciato di aver concesso asilo politico al presidente dimissionario della Bolivia, Evo Morales, secondo i media messicani. Da quanto riferito, l'annuncio è stato fatto dal ministro degli Esteri Marcelo Ebrard. Morales, deposto alla vigilia di quello che molti considerano un colpo di Stato, aveva formalizzato la richiesta nelle scorse ore al governo messicano.
Donald Trump saluta l'uscita di scena del leader della Bolivia Evo Morales e in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca parla di "momento significativo per la democrazia". "Dopo quasi 14 anni e il suo recente tentativo di aggirare la costituzione della Bolivia e la volonta' del popolo la partenza di Morales mette al sicuro la democrazia e apre la strada al popolo boliviano perche' la sua voce venga ascoltata", afferma Trump, parlando di "un segnale forte anche ai regimi illegittimi di Venezuela e Nicaragua".