La vicenda marò resta in primo piano. E si 'pesa' ogni parola che rimbalza tra Roma e Delhi dopo che il premier Matteo Renzi ha fatto sapere che c'e' un'ipotesi di dialogo con il governo indiano per una soluzione "diplomatica condivisa". Si cerca così di leggere tra le righe di quelle frasi, arrivate oggi dal portavoce del governo indiano che ha ammesso, indirettamente, l'esistenza di un dialogo tra i due governi, lasciando aperto lo spiraglio di un nuovo atteggiamento nei confronti della vicenda.
Ma non senza ribadire che il "tema resta all'esame della giustizia". Parole che - dopo tre anni di impasse, senza riuscire a sbloccare la questione con Salvatore Girone ancora in india e Massimiliano Latorre chiamato a rientrare dopo il permesso-convalescenza che scade a metà gennaio - possono essere lette, ancora una volta, in modo ambivalente. Ma che, si commenta in ambienti indiani che seguono il dossier, confermerebbero se non una vera e propria apertura, un nuovo atteggiamento più disponibile da parte di Delhi. Almeno di quella del governo Modi.
La vicenda dei marò "non e' solo una discussione fra due esecutivi, ma e' un tema all'esame della magistratura indiana" che "deve esprimersi prima che si possa andare avanti", ha ribadito il portavoce del governo indiano tenendo a ricordare che "la giustizia indiana e' libera, trasparente e imparziale". Ma confermando così che c'e' una ipotesi per una soluzione (si era ventilato di una proposta che passasse per scuse e risarcimento alle famiglie dei pescatori uccisi e promessa di un processo in Italia ai due marò) e spiegando che da parte del governo indiano - si commenta - c'è un atteggiamento forse più morbido del passato: "possiamo avere un punto di vista e considerare varie opzioni" ha detto. Come dimostrato anche dal fatto che Delhi, nei giorni scorsi, non era contraria ad una proroga del permesso-convalescenza a Latorre. Ma - ha aggiunto Syed Akbaruddin - la Corte Suprema ha assunto una posizione diversa" che va rispettata. Parole che lasciano aperte diverse interpretazioni. Ma anche quella, più favorevole a Roma, di un cambio di rotta da parte indiana che avrebbe sottoposto - secondo voci circolate la scorsa settimana - la proposta italiana ad un team di esperti legali che ne starebbero valutando la compatibilità con il sistema giudiziario del paese.
Un primo segnale che confermi o smentisca le interpretazioni più ottimistiche potrebbe arrivare già nei prossimi giorni quando - si ventila - i legali dovrebbero ripresentare la richiesta di proroga del permesso a Latorre, viste le sue condizioni di salute e l'intervento di cui necessita. La risposta sarà indicativa. Intanto sulla vicenda è intervenuta Emma Bonino, ex ministro degli Esteri, che, dalle colonne della Stampa nei giorni scorsi, ha rilanciato la strada dell'arbitrato internazionale, "non da leggere come atto di aggressione". E la vicenda dei due fucilieri di Marina è stata anche al centro delle parole del cardinal Angelo Bagnasco: "le situazioni sono complicate e complesse ma tre anni sono molti. Si presume che non ci sia molta disponibilità da parte di chi dovrebbe dimostrarla. E non parlo del nostro governo", ha stigmatizzato l'alto prelato. Girone, che sta trascorrendo le feste natalizie in India, raggiunto dalla sua famiglia, ha intanto inviato un lungo messaggio di auguri al suo collega Latorre, ai tanti colleghi e a tutti quelli che stanno dimostrando sostegno e solidarietà. E, dall'Italia, l'altro marò nell'inviargli gli auguri ha auspicato di poterlo riabbracciare presto in Italia.
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