La polizia continua a negare che sia stato un terrorista. Ma l'impennata nel bilancio delle vittime dell'attacco al Resorts World Manila (38 morti), assieme al contraddittorio comportamento dell'assalitore e alla sua identità ancora ignota, tengono viva l'ipotesi che la risolutezza delle autorità nel ridurre l'accaduto a una mera rapina finita male sia quantomeno affrettata, mentre nel sud delle Filippine da dieci giorni i soldati combattono contro dei militanti jihadisti. Tanto più che l'Isis continua a rivendicare l'attacco come opera sua.
Per il portavoce Oscar Albayalde, l'uomo aveva disturbi mentali. L'ipotesi è che abbia avuto un raptus, o che in passato abbia perso soldi al tavolo verde. Per quanto la sua nazionalità non sia stata ancora accertata, le descrizioni sono concordi nel definirlo di razza caucasica con i baffi, e che parlava in inglese. Per l'Isis si è trattato di un "lupo solitario" che ha agito perché il gioco d'azzardo è "haram" - proibito - nell'Islam.