La raccomandazione della Commissione Ue di mercoledì per estendere i controlli alle frontiere interne fino a sei mesi, sulla base legale straordinaria, riguarderà Germania, Austria, Svezia, Norvegia e Danimarca (che attualmente li hanno in corso) e specifiche frontiere. Ad esempio, per la Germania quelle con l'Austria, mentre per l'Austria quelle con Ungheria e Slovenia, poiché l'iniziativa è legata ai buchi nella gestione greca delle frontiere esterne. Così fonti vicine al dossier.
Tuttavia, nell'eventualità si dovesse notare una modifica dei flussi dalla Grecia ad esempio attraverso l'Italia, in quel caso i Paesi potranno chiedere di fare i controlli alle frontiere legate all'Italia. Se invece si constatasse che si tratta di nuovi flussi, ad esempio dall'Africa sub-sahariana, i Paesi potranno ripartire con i controlli interni sulla base legale ordinaria, e avere otto mesi a disposizione. La raccomandazione dovrà essere adottata dal Consiglio Ue a maggioranza qualificata entro il 13 maggio.
"Nella roadmap 'back to Schengen'" Bruxelles "aveva già previsto una raccomandazione per permettere l'estensione dei controlli alle frontiere interne, da presentare al più tardi entro il 12 maggio. Su questo c'è una decisione già per mercoledì prossimo", ha spiegato la portavoce dell'esecutivo comunitario Mina Andreeva, evidenziando che la lettera di Germania, Austria, Francia, Belgio, Svezia e Danimarca "è in linea" ed è "a sostegno" della tabella di marcia che la Commissione Ue ha fissato, per tornare al normale funzionamento dello spazio Schengen, entro il 2016.
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