Dopo il firmamento del cinema, tremano i palazzi della politica: l'ondata di denunce contro le molestie sessuali scuote ormai istituzioni e partiti di diversi Paesi, a cominciare dalla Francia - dove in prima pagina finisce il "vizietto" di cui farebbero le spese alcune aderenti del Front National - e dall'Inghilterra, versante "Tory", passando dall'Austria.
Parigi in passato ha visto e conosciuto ben di peggio in materia, a cominciare dal clamoroso scandalo che nel 2011 investì Dominique Strauss-Kahn, che senza l'accusa di stupro di una cameriera di un hotel a New York - con il conseguente arresto e processo - avrebbe avuto la strada spianata verso l'Eliseo. Ma subito dopo il caso Weinstein, i politici - anche se non di primo piano - sono cominciati a cadere nella rete delle accuse uno dopo l'altro, denunciati per lo più su twitter o in interviste ai media.
Il primo è stato l'ex candidato centrista alle presidenziali, Jean Lassalle, accusato dall'attuale direttrice delle comunicazioni del Partito comunista, Julia Castanier, di avergli messo "una mano addosso". Dopo di lei, sono arrivate le testimonianze di altre deputate su gravi spropositi commessi da Lassalle. Poi è toccato a un socialista consigliere regionale dell'Ile-de-France, Gilbert Cuzou, e poi addirittura a un ex dirigente del PS ed ex ministro, Pierre Joxe, quindi - per par condicio - anche a un esponente della Republique en Marche di Macron, Christophe Arend.
Ma - da un'inchiesta del Parisien - esce male anche il Front National. Che avrebbe tollerato, se non coperto, che alcuni suoi dirigenti - uno in particolare, vicino alla presidente Marine Le Pen - se la cavassero senza danni dopo aver molestato, ricattato e in qualche caso addirittura messo le mani addosso a colleghe di partito. "Il culto della virilità e l'indulgenza nei confronti di 'comportamenti gallici' - scrive il quotidiano francese - secondo un'espressione utilizzata nei corridoi, riesce ad insabbiare comportamenti problematici".
A Londra i politici non sembrano essere da meno. L'ultimo nome emerso è quello del deputato conservatore Charlie Elphicke, sospeso dal partito sulla base di "accuse gravi". Ma i Tory devono fare i conti anche con nuove rivelazioni sull'ex ministro della Difesa, Michael Fallon, la prima testa a cadere. Stando al Times,si sarebbe dimesso non solo per vecchi episodi di presunte molestie, ma anche per un'accusa di "aggressione sessuale" vera e propria, che nega.
Fra i Labour, dopo la sospensione di Kelvin Hopkins, un'attivista ha accusato Clive Lewis, ex ministro ombra della Difesa, di averla "palpeggiata".
In Austria, si è dimesso - rinunciando al suo seggio in parlamento - Peter Pilz, leader di una lista che porta il suo nome dopo la scissione dai Verdi. Una donna lo aveva accusato di molestie a una conferenza di partito nel 2013. Lui dice di non ricordare. Il dilagare in tutto il mondo della politica dell'ondata di denunce contro le molestie trova conferma anche nel comunicato dell'Onu, che dal 1 luglio al 30 settembre ha ricevuto 31 accuse di sfruttamento e abusi sessuali da parte di membri dello staff delle Nazioni Unite.
E una quinta donna si è fatta avanti accusando l'ex presidente George H.W. Bush di averla palpeggiata durante una 'photo opportunity' nel 1992, in occasione di una raccolta fondi nell'ambito della campagna per la rielezione dell'allora presidente. La donna, che oggi ha 55 anni e vuole rimanere anonima, e' quindi la prima a riferire di un episodio risalente agli anni in cui Bush padre era presidente.