"Non bisogna permettere che il nostro futuro sia minacciato attraverso un' interpretazione errata dell'Islam", religione che "predica la tolleranza". Lo sottolinea il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi al Wef di Davos sottolineando come serva "un'unica voce, in Egitto e all'estero", contro il terrorismo.
"L'Islam è una religione tollerante" ma quest'aspetto "non sempre è stato considerato nel resto del mondo e i terribili atti terroristici" di Parigi "hanno dato conto a noi della necessità di ripensare il discorso religioso eliminando quegli elementi" che potrebbero portare "a comportamenti violenti", sottolinea Sisi, interpellato sul discorso tenuto alcuni giorni fa sulla "Rivoluzione religiosa" all'università di Al-Azhar al Cairo. "Nessuno può monopolizzare la verità, nessuno può pensare che la propria verità sia migliore delle altre", osserva ancora il leader egiziano esortando anche l'Occidente a "rispettare fermamente la diversità" della religione e della cultura islamica" e paragonando la marcia di solidarietà a Charlie Hebdo a Parigi ai "milioni di egiziani" scesi in piazza contro i Fratelli Musulmani. Il presidente egiziano è stato introdotto, tra gli applausi della platea dal fondatore e presidente del Forum di Davos, Klaus Schwab mentre l'ex ministro delle Finanze, Philipp Roesler, che lo ha intervistava ha concluso la sessione sottolineando: "la comunità di Davos conta sulla sua leadership".
Quanto al conflitto israelo-palestinese il presidente ha detto: "Vogliamo contribuire a trovare una soluzione al conflitt attraverso la soluzione dei due Stati, includendo la possibilità per i palestinesi di governare uno Stato indipendente con Gerusalemme Est come capitale". Sisi si è detto pronto "a non risparmiare gli sforzi per supportare israeliani e palestinesi" per una stabilità che aiuterà "ridurre il terrorismo e l'estremismo nella regione".
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