Il presidente siriano Bashar al Assad non è 'intoccabile'. È la portavoce del ministero degli Esteri russo a infrangere il tabù, lasciando intravedere un possibile (ulteriore) spiraglio in vista del nuovo round negoziale a Vienna nel formato a diciannove. "Non abbiamo mai detto - ha detto Maria Zakharova in un'intervista a Radio Eco - che la sua permanenza sia per noi una questione di principio".
Insomma, Mosca non chiede né che Assad stia al suo posto né che se ne vada, ma che siano i siriani a scegliere con le elezioni. Il punto è che - è la tesi di Mosca - se dovesse verificarsi un vuoto di potere, il Paese e non solo potrebbe finire nel caos. "Un cambio di regime in Siria - è il ragionamento della Zakharova - potrebbe diventare un disastro non solo su scala locale o regionale ma, tenendo conto della questione dei profughi, potrebbe diventare un grande buco nero".
L'accento passa dalla figura del presidente-dittatore alla sua 'funzione'. Prove di disgelo dunque? Non proprio. La Casa Bianca, ha detto il portavoce Josh Earnest, dubita che quanto affermato da Mosca sul ruolo di Assad "rifletta un cambiamento nella visione della Russia". La stessa Zakharova, d'altra parte, aveva a stretto giro accusato i "mass media occidentali" di voler stravolgere il messaggio, tratteggiando una Russia che fa retromarcia. Niente di più falso. "La nostra posizione sulla soluzione siriana - ha ribadito - non ha subito cambiamenti".
Eppure, al di là dei frequenti tira e molla sulla rotta 'Mosca Bruxelles Londra Washington', la giornata segna diversi passi avanti tutto sommato concreti. Uno su tutti: dopo settimane di tensione, i jet militari russi e quelli della coalizione internazionale - tra cui un caccia Usa - si sono 'parlati', scambiandosi informazioni, in russo e in inglese, spingendosi ala ad ala - solo cinque miglia nautiche - in un'area prestabilita dei cieli siriani. Un esperimento che i russi hanno definito "esercitazione congiunta", mentre il Pentagono, in una nota, ha derubricato a semplice "test di comunicazione" previsto dal memorandum d'intesa.
Non è tutto, però. Andrei Kartapolov, portavoce dello Stato maggiore russo, ha sottolineato come le forze aeree russe oggi "abbiano compiuto 12 raid contro 24 obiettivi dei terroristi" servendosi di coordinate "fornite da rappresentanti dell'opposizione". Secondo Kartapolov, sono stati poi creati dei gruppi di coordinamento tra il ministero della Difesa russo e l'opposizione siriana. Intanto il lavoro diplomatico continua.
Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov e l'inviato speciale dell'Onu per la Siria Staffan de Mistura si vedranno domani a Mosca mentre un incontro tra i rappresentanti dell'opposizione siriana e del governo di Damasco potrebbe aver luogo la settimana prossima (sempre a Mosca). Lavrov ha poi confermato di voler includere l'Organizzazione della Cooperazione Islamica (Oic) - presieduto dal saudita Iyad bin Amin Madani - nei negoziati a Vienna per trovare una soluzione politica alla crisi siriana.