Turchia senza pace. Dopo l'attentato a Capodanno a Istanbul, attacco davanti al tribunale di Smirne. Qui almeno un poliziotto e un dipendente del tribunale sono morti, oltre ai 2 terroristi uccisi in scontri a fuoco con la polizia. L'attentato è stato compiuto prima con un'autobomba e poi con un assalto armato all'edificio da parte di almeno 3 terroristi, 2 uccisi, un altro risulta in fuga. Secondo il governatore della città, gli indizi portano al Pkk curdo.
IL MOMENTO DELL'ESPLOSIONE
Intanto "l'identità della persona che ha compiuto l'attacco al Reina è stata stabilita". Dopo giorni di caos, silenzi e false piste, le autorità turche mercoledì sono tornate a parlare ufficialmente delle indagini sulla strage di Capodanno a Istanbul. "Gli sforzi per catturarlo proseguono", dice laconico il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, ufficialmente per non compromettere le indagini. Il killer è stato addestrato "in Medio Oriente", ha agito "in modo estremamente professionale" e con metodi che "aggirano tutte le moderne tecniche di intelligence", aggiunge il ministro per gli Affari Europei, Omer Celik, evocando affinità con gli attacchi di Parigi al Bataclan e contro Charlie Hebdo. La caccia all'uomo prosegue facendo terra bruciata attorno all'attentatore.
Per la prima volta dall'attacco, ha parlato ai turchi anche il presidente Recep Tayyip Erdogan, ribadendo l'appello all'unità nazionale lanciato a caldo con un messaggio scritto. "Lo scopo principale degli attacchi terroristici è quello di distruggere il nostro equilibrio, di metterci gli uni contro gli altri. Non cederemo a questo gioco", ha promesso il capo dello Stato, tornando anche a respingere le critiche sulle presunte ambiguità di Ankara nei rapporti con l'Isis: "Dire che la Turchia si è arresa al terrorismo significa stare dalla parte dei terroristi". Nelle scorse ore, il fulcro delle indagini si è spostato a Smirne, sulla costa egea. È lì che la polizia ha trovato le 3 famiglie vicine di casa del killer a Konya, nell'Anatolia centrale, con tanto di figli al seguito. Sarebbero fuggite già nei giorni precedenti la strage.
Due giorni prima dell'attacco, il killer ha trovato rifugio e probabilmente armi in un loro covo a Zeytinburnu, da cui è partito per compiere la sua missione. Prima, aveva già lasciato almeno tre volte il suo nascondiglio nel bastione conservatore di Konya per preparare l'azione. I suoi movimenti sono ormai stati ricostruiti nel dettaglio: almeno 8 taxi presi nella notte di Capodanno, per confondere le acque, probabilmente una chiamata dal cellulare di uno degli autisti, finché non se ne perdono le tracce a Zincirlikuyu, importante nodo di scambio di Istanbul. Da lì, potrebbe aver lasciato la metropoli sul Bosforo. Ma la notizia, diffusa da alcuni account filo-jihadisti, secondo cui sarebbe 'al sicuro' nei territorio in mano al Califfato non trova al momento nessun riscontro.
VIDEO-SELFIE del presunto attentatore in una piazza della capitale Turca.
Nell'attentato alla discoteca sono morte 39 persone, di cui 25 stranieri VIDEO.