Grida di terrore, lamenti dei feriti, militari e civili che corrono in ogni direzione per mettersi al riparo. E' stato questo il drammatico epilogo di una parata militare oggi nel sud-ovest dell'Iran, quando quattro uomini, anch'essi in divisa, hanno aperto il fuoco sui soldati. L'attacco, che nella dinamica ricorda quello in cui fu ucciso nell'ottobre del 1981 al Cairo il presidente egiziano Anwar Sadat, è avvenuto nella città Ahvaz, nella provincia del Khuzestan. Il bilancio è di almeno 29 morti e 57 feriti.
I quattro assalitori, che sono stati infine abbattuti, avevano inizialmente mirato agli alti ufficiali e agli alti dignitari religiosi presenti sulle tribune per assistere alla parata, organizzata per commemorare la guerra di otto anni combattuta dall'Iran contro l'Iraq, iniziata il 22 settembre del 1980 e costata la vita a centinaia di migliaia di persone. Le vittime sono però in gran parte militari, tra cui, secondo varie fonti, da otto a dodici membri della Guardia Rivoluzionaria, ma anche dei giornalisti, una bimba di quattro anni e un disabile reduce di guerra. In un messaggio di cordoglio alla Nazione, la Guida suprema dell'Iran, ayatollah Ali Khamenei, ha affermato che l'attacco segna la continuazione dei ripetuti complotti orditi da Paesi che sono mercenari degli Stati Uniti nella regione e che hanno lo scopo di seminare insicurezza e disordine. Secondo quanto è stato riferito, l'azione è stata rapidamente rivendicata da un gruppo separatista arabo sunnita, chiamato Al-Ahvaziyah, che secondo i Pasdaran è sostenuto dall'Arabia Saudita e anche da Londra. Tuttavia, nel giro di poco tempo è arrivata anche la pronta rivendicazione dell'Isis, con un messaggio diffuso come di consueto via internet.
Il vice capo della polizia della provincia del Khuzestan ha tuttavia sottolineato che già in passato 'Al-Ahvaziyah' ha condotto azioni terroristiche che ha poi rivendicato, come ad esempio attentati dinamitardi nella stessa città di Ahvaz, nel 2005, che sono costati la vita a numerose persone. Il portavoce delle Forze Armate, generale Abolfazl Shekarchi, ha, a sua volta, detto all'agenzia governativa Irna che i terroristi uccisi non sono dello Stato islamico, poiché sono stati invece identificati come mercenari dei servizi di intelligence degli Stati Uniti e di Israele. Secondo quanto è emerso, ha aggiunto, hanno ricevuto sostegno finanziario armi e addestramento militare in due Paesi rivieraschi del Golfo Persico, che però non ha nominato. Anche il ministro degli esteri Javad Zarif ha puntato il dito contro i Paesi della regione e contro i loro "padroni americani". Via Twitter, Zarif ha affermato che i terroristi sono stati reclutati, addestrati, armati e pagati da potenze straniere, e ha minacciosamente aggiunto che l'Iran risponderà in maniera veloce e decisa a quanto accaduto oggi, per per proteggere la vita degli iraniani.