Donald Trump su Twitter conferma che gli Usa erano pronti ad una rappresaglia contro l'Iran per il drone abbattuto ma ha ritirato l'ordine dieci minuti prima di attaccare, giudicando l'azione "non proporzionata". La scorsa notte eravamo pronti a colpire tre diversi siti quando ho chiesto quante persone sarebbero morte. 150 persone è stata la risposta di un generale". Lo twitta Donald Trump sulle tensioni con l'Iran, spiegando che per questo "dieci minuti prima che partissero i bombardamenti li ho fermati, non erano proporzionati all'abbattimento di un drone senza pilota". "Non ho fretta - prosegue - siamo pronti ad agire. Le sanzioni stanno colpendo e altre ne abbiamo aggiunte la scorsa notte. L'Iran non avrà mai un'arma nucleare, non contro gli Usa e non contro il mondo!"
....On Monday they shot down an unmanned drone flying in International Waters. We were cocked & loaded to retaliate last night on 3 different sights when I asked, how many will die. 150 people, sir, was the answer from a General. 10 minutes before the strike I stopped it, not....
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) June 21, 2019
Le grandi compagnie aeree mondiali modificano le proprie rotte per la tensione con l'Iran schizzata alle stelle dopo l'abbattimento del drone americano: Lufthansa, British Airways, Klm e Qantas hanno annunciato che i loro aerei non sorvoleranno lo stretto di Hormuz ed il Golfo dell'Oman.
Ecco come l'Iran ha abbattuto il drone Usa
Il presidente americano Donald Trump ha approvato attacchi militari mirati contro l'Iran dopo il drone Usa abbattuto, ma poi ha ha cambiato idea. Lo riporta il New York Times, citando alcune fonti secondo le quali alle 19 di ieri ora locale (l'1 di oggi in Italia) i funzionari militari e diplomatici erano in attesa dell'attacco dopo l'intenso dibattito delle ore precedenti alla Casa Bianca. L'operazione era nella fasi iniziali, con gli aerei già in aria e le navi posizionate, quando è arrivato il contrordine. "Non è chiaro se Trump abbia solo cambiato idea o se l'amministrazione abbia rivisto il piano per problemi logistici. Non è chiaro neanche se" gli attacchi sono solo posticipati, riporta il New York Times. L'attacco sarebbe dovuto avvenire prima del tramonto venerdì in Iran per minimizzare il rischio per i civili. La Casa Bianca si è spaccata sul possibile attacco: secondo indiscrezioni, il segretario di stato Mike Pompeo, il consigliere alla sicurezza nazionale John Bolton e il direttore della Cia Gian Haspel erano a favore di un attacco. A essere scettici erano invece i funzionari del Pentagono, convinti che una tale azione avrebbe causato un'escalation mettendo a rischio le forze americane nell'area. I leader del Congresso erano stati informati dei piani dell'amministrazione nel corso della riunione tenutasi giovedì nel pomeriggio nella Situation Room della Casa Bianca.