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Iman, un anno e mezzo morta assiderata tra le braccia del padre in Siria

Iman, un anno e mezzo morta assiderata tra le braccia del padre in Siria

L'uomo stava cercando di raggiungere a piedi un ospedale dove curare la bronchite della piccola

15 febbraio 2020, 13:09

Redazione ANSA

ANSACheck

Iman la bambina morta assiderata mentre il padre la teneva tra le braccia cercando di raggiungere a piedi un ospedale a Afrin, in Siria - RIPRODUZIONE RISERVATA

Iman la bambina morta assiderata mentre il padre la teneva tra le braccia cercando di raggiungere a piedi un ospedale a Afrin, in Siria - RIPRODUZIONE RISERVATA
Iman la bambina morta assiderata mentre il padre la teneva tra le braccia cercando di raggiungere a piedi un ospedale a Afrin, in Siria - RIPRODUZIONE RISERVATA

Morta di freddo tra le braccia del padre che tentava a piedi di raggiungere un ospedale per curare la sua piccola malata di bronchite: è accaduto nella Siria nord-occidentale martoriata dal conflitto e dove, secondo l'Onu, circa 800mila persone sono in fuga in condizioni umanitarie disperate, strette nella morsa del gelo e, in molti casi, senza acqua potabile e un rifugio dove ripararsi.

La storia di Iman, deceduta giovedì nel distretto di Afrin al confine con la Turchia, è anche quella di Abdelwahhab, un altro neonato morto assiderato nei giorni scorsi nella vicina regione di Idlib. E quella di altri 123 bambini siriani uccisi dai gelidi inverni nel corso degli ultimi otto anni di guerra, secondo quanto riferito dalla Rete siriana per i diritti umani. Ieri si era sparsa la notizia di una intera famiglia - padre, madre e due figlie - morte soffocate nella loro tenda di fortuna a Idlib a causa del malfunzionamento di una stufa mai riparata.

Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, la famiglia non aveva i mezzi per provvedere a una stufa nuova e si era invece procurata un mezzo di riscaldamento non propriamente funzionante, che si era rivelato letale nel diffondere nella tenda un fumo tossico. In rete circolano immagini - la cui autenticità non può essere verificata in maniera indipendente - del padre e delle due bambine morte accanto all'uomo nella tenda: sono avvolti nelle coperte, ancora stretti gli uni agli altri.

Media siriani e internazionali pubblicano anche le foto di quella che si dice sia la piccola Iman, morta ad Afrin, ritratta mentre è ancora avvolta nei panni con cui è stata portata in braccio dal padre. Secondo le fonti, anche l'uomo, Mahmud Laila, è morto poco dopo la figlia. Profugo originario della regione di Damasco, Mahmud era sfollato assieme alla famiglia almeno altre tre volte. L'ultima regione di provenienza era la periferia sud-occidentale di Aleppo vicina a Idlib. Da lì la famiglia di Mahmud aveva raggiunto le campagne di Afrin, dove nevica da giorni e dove mancano le più basilari strutture di accoglienza per i profughi. Dal 1 dicembre a oggi, da quando è cominciata l'offensiva russo-governativa siriana contro la regione di Idlib e parte di quella di Aleppo, sono circa 800mila gli sfollati secondo l'Onu. La zona è sotto influenza turca e vi operano miliziani anti-regime. Questi sono agli ordini di Ankara, che in questi ultimi giorni ha risposto direttamente al fuoco di Damasco. Con l'inasprimento del conflitto è aumentata anche l'emergenza umanitaria. L'Osservatorio afferma che la piccola Iman si era ammalata di bronchite, e che le sue condizioni erano peggiorate, tanto da indurre il padre a rischiare di mettersi in cammino per diverse ore per raggiungere il più vicino ospedale attraversando all'alba, a piedi, un percorso di montagna.

Secondo l'Osservatorio siriano, la bimba è morta prima di arrivare in ospedale.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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