(di Benedetta Guerrera)
Donald Trump sarebbe disposto a
concedere a Vladimir Putin il veto sull'ingresso dell'Ucraina
nella Nato in cambio della pace. Lo sostiene Politico in una
lunga analisi su dove andrebbe l'Alleanza Atlantica nel caso di
un ritorno del tycoon alla Casa Bianca. Non solo, The Donald
sarebbe anche pronto a concordare con il Cremlino quali
territori Kiev debba cedere alla Russia per mettere fine al
conflitto.
E di piano di pace è tornato a parlare anche il presidente
turco Recep Tayyip Erdogan che si è offerto di "gettare le basi
per un accordo che ponga fine alla guerra tra Russia e Ucraina"
con un cessate il fuoco prima e poi con una soluzione "giusta"
che soddisfi sia Mosca che Kiev. Il leader lo avrebbe detto
direttamente a Putin in occasione del vertice
dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Ma mentre
Erdogan non è entrato nel dettaglio Trump, che ha più volte
dichiarato che sarebbe in grado di fermare la guerra in Ucraina
in un solo giorno, sembra avere un piano. La proposta non ha
tuttavia riscosso l'entusiasmo di Mosca che ha praticamente
snobbato il tycoon "La Russia non dialoga con Trump sulle
condizioni per raggiungere la pace in Ucraina", ha dichiarato
senza troppi giri di parole il portavoce del Cremlino Dmitrij
Peskov. E la reazione del governo ucraino è stata chiaramente
durissima. "Non scenderemo a compromessi con la Russia e e non
rinunceremo ad alcun territorio per porre fine alla guerra", ha
dichiarato secco il capo dell'ufficio presidenziali Andriy
Yermak in queste ore in visita a Washington. "Ascolteremo tutti
i consigli per raggiungere una pace giusta. Ma non siamo pronti
a scendere a compromessi su cose e valori molto importanti...
indipendenza, libertà, democrazia, integrità territoriale,
sovranità", ha sottolineato. In un'intervista a Bloomberg tv
Volodymyr Zelensky ha espresso la sua preoccupazione che dopo il
5 novembre l'Ucraina non potrà più contare sul "potente sostegno
degli Stati Uniti". "Se Trump sa come porre fine a questa
guerra, dovrebbe dircelo oggi", è stato l'appello del presidente
ucraino sottolineando che "se ci sono rischi per l'indipendenza
dell'Ucraina, dobbiamo essere preparati".
I timori di Zelensky sono condivisi anche
dall'amministrazione Biden e da tutti gli alleati della Nato
che, infatti, si stanno preparando ad un passaggio di testimone
nel vertice della prossima settimana a Washington. Il piano che
sarà discusso al summit prevede tre punti: innanzitutto la
creazione di un fondo per assicurare un flusso di denaro
continuo a Kiev nel caso in cui Trump una volta tornato nello
Studio Ovale e con la maggioranza alla Camera voglia chiudere i
rubinetti americani; poi spostare a Bruxelles, nel quartier
generale della Nato, il coordinamento del Gruppo di contatto,
finora sempre convocato dal segretario alla Difesa americana
Lloyd Austin. Infine, attribuire più poteri al generale
Christopher Cavoli, a capo del Comando supremo delle potenze
alleate in Europa, un uomo di Biden che gli alleati intendono
far rimanere al suo posto, rafforzato, anche in caso di vittoria
del tycoon. Ma le preoccupazioni della Nato per un ritorno di
Trump non si fermano all'Ucraina. Da presidente e in campagna
elettorale, The Donald ha minacciato così tante volte l'uscita
degli Stati Uniti dall'alleanza che ormai, secondo gli analisti,
è solo una questione di tempo. L'unico modo per evitarla,
sostiene Politico, sarebbe creare una Nato di serie A e una di
serie B dove finirebbero tutti quei Paesi - tra i quali l'Italia
- che spendono per la difesa meno del 2% del deficit e che,
nelle intenzioni di Trump, non godrebbero più della protezione
degli Stati Uniti.
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