Nell'ambito del progetto
"Il racconto della bellezza" sarà inaugurata a Città del Messico
venerdì 12 luglio alle ore 19 nel padiglione espositivo
internazionale del Museo di Antropologia la mostra "Forme e
colori dell'Italia preromana, Canosa di Puglia", un'iniziativa
della direzione generale Musei del ministero della Cultura e del
ministero degli Esteri, organizzata in terra azteca
dall'Ambasciata d'Italia e dall'Istituto Italiano di Cultura.
"Il racconto della bellezza" è un programma che mira a
valorizzare e promuovere all'estero il patrimonio culturale del
bel Paese conservato nei depositi dei musei e dei parchi
archeologici statali.
Alla cerimonia di apertura interverranno l'ambasciatore
d'Italia in Messico, Alessandro Modiano, il direttore
dell'Istituto Italiano di Cultura, Gianni Vinciguerra, la
direttrice del Museo del Palacio de Bellas Artes, Alejandra de
la Paz —a nome della ministra della Cultura Alejandra Frausto—,
il direttore del Museo Nazionale di Antropologia, Antonio
Saborit, il co-curatore della mostra, Luca Mercuri, e la storica
dell'arte Elisabetta Scungio.
La penisola italiana, prima dell'unificazione avvenuta sotto
il dominio di Roma, era abitata da numerosi popoli, distinti dal
punto di vista culturale. In Puglia dalla seconda metà del VII
secolo a.C. convivevano i coloni greci che avevano fondato pochi
decenni prima Taranto: i Messapi nel sud della regione, i
Peucezi nel centro ed i Dauni nello parte più settentrionale.
La mostra illustra i tratti peculiari della cultura dei
Dauni, attraverso i materiali archeologici provenienti da uno
dei centri principali della regione, l'area dell'odierna Canosa
di Puglia. Qui tra il IV e il II secolo a.C. i cosiddetti
"principes", personaggi al vertice delle élites locali, si
facevano seppellire in tombe a camera familiari scavate nel tufo
tenero locale, gli ipogei, con ricchissimi corredi funerari che
rendevano manifesto alla comunità il loro status economico e
culturale.
I materiali selezionati per l'esposizione provengono in gran
parte dai depositi dei Musei archeologici delle più importanti
città della Puglia, Bari e Taranto, oltre che dalla stessa
Canosa, dove è possibile ancora oggi visitare i siti in cui
alcuni dei reperti esposti sono stati rinvenuti.
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