Barack Obama è stato accolto oggi dal presidente argentino, Mauricio Macri, nella Casa Rosada - sede della presidenza, davanti alla Plaza de Mayo, nel cuore di Buenos Aires - per il primo appuntamento ufficiale della sua visita ufficiale in Argentina.
Arrivato ieri notte nella capitale argentina, Obama e la sua famiglia hanno passato la notte nella residenza dell'ambasciatore USA. Il presidente ha attraversato la città, paralizzata dalle misure di sicurezza, accompagnato da una impressionante carovana di veicoli e poliziotti in motocicletta.
"Sono venuto qui a Cuba per seppellire le ultime tracce della Guerra Fredda", standing ovation per il presidente degli Stati Uniti al Teatro Nazionale dell'Avana, dove è stato accolto con una lunga 'standing ovation', nel secondo giorno della sua della storica visita a Cuba, la prima di un presidente Usa da 88 anni. Obama ha detto anche qualche frase in spagnolo: '"Creo en el pueblo cubano", "credo nel popolo cubano". "Spetta ai cubani scegliere il proprio futuro", ha aggiunto Obam, che poi ha anche incontrato alcuni dissidenti cubani nell'ambasciata Usa.
"L'embargo finirà". Ne e' convinto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, il quale ha tuttavia sottolineato che sui tempi non può dare una risposta precisa. "Quello che abbiamo fatto per 50 anni non è servito né ai nostri interessi ne' agli interessi del popolo cubano", ha aggiunto Obama.
Il presidente Usa ha spiegato: "C'è un crescente interesse al Congresso americano sul tema della revoca dell'embargo", il quale resta tuttavia legato ad alcuni elementi tra cui anche i diritti umani, oltre che all'implementazione degli accordi fin qui raggiunti e la strada fin qui tracciata.
L'embargo Usa rappresenta "un ostacolo" allo sviluppo di Cuba. Solo dopo la sua eliminazione si aprirà "una nuova strada": "La rimozione dell'embargo è essenziale", ha detto Raul Castro al termine dell'incontro con Obama. "Esistono profonde differenze" tra Stati Uniti e Cuba "che non andranno via", ha detto inoltre Raul Castro.
Obama ha voluto ringraziare esplicitamente il "paziente lavoro di mediazione" di Papa Francesco e del cardinale arcivescovo de L'Avana, Ortega, che "hanno contribuito in modo decisivo" a riavvicinare i due Paesi.
Il presidente Barack Obama si augura di poter incontrare in futuro l'ex presidente cubano Fidel Castro. Lo ha detto lo stesso Obama in un'intervista all'Abc.
Poi, nel pomeriggio, il presidente Usa ha incontrato all'ambasciata Usa dell'Avana alcuni dissidenti cubani, diversi dei quali sono stati arrestati in passato, e che ha elogiato: "Tutte le persone intorno a questo tavolo hanno dimostrato uno straordinario coraggio": lo ha detto Barack Obama incontrando esponenti della società civile e alcuni dissidenti cubani all'ambasciata Usa dell'isola caraibica, dove ha parlato solo per pochi minuti e poi ha ascoltato gli invitati. Obama ha ricordato di aver incontrato alcuni dei presenti in passato, a Miami e a Panama lo scorso anno al summit delle Americhe, mentre altri solo ora per la prima volta, riferisce il pool di giornalisti al seguito.
Castro irritato - "Prigionieri politici? Mi dia la lista. Se ci sono, prima che cali la notte saranno liberati". Così Raul Castro ha risposto ad un giornalista che gli chiedeva perché a Cuba ci sono prigionieri politici.
Dopo la storica stretta di mano con Obama, con l'inno americano che risuonava nel Palazzo della Rivoluzione, Raul Castro ha spiegato, tra le altre cose, che Cuba difende i diritti umani ed è disposta al dialogo su questo argomento. Parlando dopo il faccia a faccia con Obama, Castro ha inoltre ribadito la necessità e l'urgenza della restituzione di Guantanamo.
Per i dissidenti Obama può far da mediatore con governo - Complimenti a Barack Obama per la sua visita a Cuba e la richiesta che il presidente americano possa servire come mediatore con il governo castrista per migliorare la situazione dei diritti umani nell'isola: questi i temi che i dissidenti cubani porteranno con sé all'incontro con Obama, previsto per martedì prossimo. 14ymedio, la testata digitale della blogger dissidente Yoani Sanchez, ha intervistato tre di questi oppositori, che hanno spiegato come vedono la riunione con Obama all'ambasciata USA. Per Dagoberto Valdés, il viaggio di Obama "apre una nuova tappa, nella quale il nemico storico, necessario per questo tipo di sistema totalitario, diventa un amico in visita, e dunque si comincia a focalizzare l'attenzione sul vero problema, ossia la normalizzazione dei rapporti democratici fra il popolo cubano e il suo governo". Da parte sua, Miriam Celaya sottolinea che non intende insistere sul problema della repressione, ma piuttosto "concentrami su una questione che mi sembra fondamentale, che è la libertà di espressione" José Daniel Ferrer ha inoltre aggiunto di volersi "congratulare con Obama per la sua inattesa iniziativa di un dialogo con Panfilo, il noto comico della tv cubana: non si immagina l'effetto pazzesco che ha avuto sul nostro popolo".
Foto con Obama e Che Guevara sullo sfondo - Obama con una gigantografia di "Che" Guevara sullo sfondo: il presidente Usa e' stato immortalato cosi' da alcuni fotoreporter mentre ascoltava con la mano sul cuore l'inno americano in piazza della Rivoluzione, dove ha reso omaggio a Jose' Marti, eroe dell'indipendenza cubana.